Macerata

“Donne in trincea” contro il Coronavirus: premiato il progetto del “Bramante” di Macerata

Il documentario è stato realizzato dagli studenti dell'istituto del capoluogo insieme al professor Giuseppe Salici. La vice preside Colcerasa: «I ragazzi sono riusciti a dare risposte mature e intelligenti in un momento storico particolare»

Alcune delle protagoniste del documentario. Da sinistra (in senso orario) Elena Leonardi, Manuela Bora e Laura Meda

MACERATA – Premiato il progetto scolastico dell’Istituto “Bramante” del capoluogo che ha sottolineato l’importanza della figura femminile, soprattutto in questo momento storico particolare. I ragazzi dell’istituto maceratese hanno partecipato al contest organizzato dall’Università di Camerino dal titolo “Donne: diritto alla vita senza violenza” e riservato alle scuole superiori di secondo grado. Insieme all’aiuto del professor Giuseppe Salici gli studenti – invitati a partecipare a questa importante iniziativa per comprendere e interpretare il complesso mondo in cui si trovano e per rendersi protagonisti del cambiamento – hanno dato il loro contributo con la realizzazione di un documentario sulla figura femminile dal titolo “Donne in trincea. La forza delle donne nella battaglia al virus”.

Già lo stesso titolo sottolinea l’argomento centrale del progetto scolastico dei ragazzi del “Bramante” che hanno voluto evidenziare, soprattutto in questo difficili mesi di emergenza sanitaria, l’impegno, la dedizione, il sacrificio e la competenza che hanno contraddistinto l’operato di ogni lavoratrice donna. Fatti che devono essere apprezzati e riconosciuti nel loro profondo valore e posti a fondamento di un’effettiva parità di genere ancora oggi tanto evocata ma quanto mai lontana dal realizzarsi.

«Il contributo delle donne ha rappresentato un importante valore aggiunto grazie a una maggiore sensibilità, una più grande capacità di comprendere le emozioni e a un più alto livello di sopportazione – hanno spiegato i ragazzi -. Le donne sono resilienti in una situazione di forte stress tra smart-working, lavori di casa e cura della famiglia. Sono impegnate ad assistere i figli nelle lezioni scolastiche a distanza, a sostenere i familiari che devono affrontare l’angoscia data dalle circostanze e hanno la necessità, se possibile, di ritagliare del tempo per loro stesse. Che si tratti di una dottoressa o di un’infermiera in corsia, una rappresentante delle forze dell’ordine o di un’insegnante che fa lezione da casa, il loro contributo risulta fondamentale».

Nel documentario sono state inserite interviste a donne che hanno preso parte, attivamente, a questo periodo di emergenza. Tra loro l’assessore regionale alle pari opportunità Manuela Bora; il consigliere regionale Elena Leonardi; la dottoressa Fiorenza Anna Padovani, dirigente medico dell’Area Vasta 4; Michela Verdecchia, coordinatrice Forum Donne Camera del Lavoro; la dottoressa Laura Meda, giornalista e videomaker che ha lavorato con la troupe del Tg1 durante l’emergenza Covid a Milano. Presenti anche le interviste al direttore dell’Area Vasta 4 Licio Livini e all’assessore al commercio di Civitanova Pierpaolo Borroni.

La presentazione dei progetti è avvenuta in videoconferenza alla presenza del rettore Unicam Claudio Pettinari, della delegata del rettore alle pari opportunità Barbara Re e della project manager Action AID ed esperta di diritti delle donne Rosita Altobelli. A illustrare il progetto, premiato dall’Unicam, la studentessa Sofia D’Amico.

Grande soddisfazione da parte del dirigente scolastico Federica Lautizi e dal vice preside Maria Colcerasa. «Ho apprezzato molto l’iniziativa del professor Salici e dei ragazzi e ho collaborato con piacere con loro – ha detto Colcerasa -. È stato realizzato un progetto interessante soprattutto in un momento in cui i ragazzi hanno fortemente sentito la situazione storica ma sono riusciti a dare delle risposte con maturità e intelligenza. Gli studenti si sono interessati molto è questo è stato positivo».

«Io ritengo che parlare di genere femminile non significhi dare qualcosa di più perché siano tutti uguali e tutti sullo stesso piano e proprio in tal senso ho apprezzato la partecipazione delle donne che hanno lavorato alla pari degli uomini soprattutto nel campo sanitario – ha detto il vice preside -. Gli studenti, con piacere, hanno colto la funzione in più della donna nella società che sta in quella diversa sensibilità e solidarietà che rende la figura femminile mamma ma anche medico, insegnante e faro della propria famiglia».

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