Macerata

Dante Ferretti nella sua Macerata. «I bozzetti che preferisco? Quelli che mi hanno fatto vincere l’Oscar»

Lo scenografo ha inaugurato la mostra che la Fondazione Carima gli ha dedicato a Palazzo Ricci. L'esposizione resterà aperta fino a 19 settembre

Lo scenografo ha inaugurato la mostra a lui dedicata: "Effimero per errore"

MACERATA – «Non sapevo che mi portassero all’inferno, anche se io mi chiamo Dante e di inferno ne so qualcosa. Ma il nero è molto bello e sono molto contento». L’ironia è quella del scenografo e tre volte premio Oscar Dante Ferretti, che ha commentato con una battuta la connotazione nera che è stata data alla mostra “Effimero per errore”, inaugurata questo pomeriggio (24 luglio) a Palazzo Ricci, in cui si possono ammirare alcuni dei suoi bozzetti più famosi.

Tra le stoffe e i drappi neri con cui è stato rivestito l’atrio del Palazzo, infatti, come improvvisi lampi di luce si aprono dieci bozzetti e un modellino in resina realizzati dal maestro maceratese e acquistati dalla Fondazione Carima diversi anni fa. «Abbiamo riaperto appena da due mesi il museo di Palazzo Ricci dopo un restyling e ora iniziamo e coloriamo l’estate con questa che definire una mostra è estremamente riduttivo – ha spiegato Rosaria Del Balzo Ruiti, presidente della Fondazione -. Non è una semplice esposizione, ma un percorso in bilico tra il sogno e la concretezza, tra la realtà e quello che vogliamo immaginare, tra l’effimero che, in fondo, costituisce tante delle nostre situazioni quotidiane. Inoltre è il primo tributo che la città concede a un suo figlio così illustre, che ha portato il nome di Macerata nel mondo».

La mostra, curata da Pierfrancesco Giannangeli, Benito Leonori e Bianca Piacentini, rimarrà aperta fino al 19 settembre, dal martedì al sabato, dalle 15.30 alle 19.30; domenica e festivi, dalle 10 alle 13 /e dalle 15.30 alle 19.30 e propone una raccolta di 10 bozzetti a pastello su alluminio, carta, cartoncino, cartone, compensato e tela, tra cui quelli dei film “The Aviator” e “Hugo Cabret” di Martin Scorsese e “Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street” di Tim Burton e un modellino in resina.

Il premio Oscar Dante Ferretti con la moglie Francesca Lo Schiavo (al centro), insieme al governatore Acquaroli e al sindaco Parcaroli

«I bozzetti che preferisco sono quelli che ci hanno permesso di ottenere quell’oggetto tutto d’oro, come si chiama, il premio Oscar – aggiunge lo scenografo maceratese che di Oscar ne ha vinti ben tre -, come “The aviator”, “Hugo Cabret” e “Sweeney Todd”, ma mi piace molto anche “Canterbury Tales”». A fianco al maestro la moglie Francesca Lo Schiavo. Ma tante autorità non hanno voluto perdere la possibilità di vedere una mostra unica, tra loro il governatore Francesco Acquaroli, il vescovo Nazzareno Marconi, il sindaco Sandro Parcaroli e tutta la giunta.

«Trattandosi del lavoro di uno scenografo abbiamo giocato con le parole – ha spiegato Giannangeli riferendosi al titolo della mostra -. Si è sempre detto che nel mondo dello spettacolo la parte delle immagini e, quindi le storie che quelle immagini raccontano, sono un effimero. Ma, secondo noi, questo è un errore, perché quelle immagini restano nella memoria condivisa degli spettatori, fanno parte e alimentano il loro immaginario. Quindi abbiamo pensato a questo titolo: è un errore considerare effimero il lavoro di costruzione scenografica».

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