Macerata

Tolentino, litiga con la nonna 83enne per la gestione del cane e la rapina: nipote condannata

Due anni e due mesi è la pena inflitta oggi dal gup a una 23enne accusata di rapina e lesioni aggravate. Per la giovane, che era in carcere a Pesaro, sono stati disposti i domiciliari in una struttura riabilitativa

Il tribunale di Macerata

TOLENTINO – Va dalla nonna per riprendersi il cagnolino, scoppia una discussione al culmine della quale la nipote spinge l’anziana a terra e se ne va con i suoi due cellulari. Oggi la nipote è stata condannata a due anni e due mesi. Il gup ha disposto la modifica della misura nei domiciliari in una struttura riabilitativa che dovrà essere individuata, nel frattempo la giovane andrà ai domiciliari nell’abitazione della madre. Il fatto finito oggi all’attenzione del gup del Tribunale di Macerata Claudio Bonifazi e del pubblico ministero Enrico Riccioni risale al 31 gennaio scorso. Quel giorno fu l’anziana a chiamare il 112 per chiedere l’intervento di una pattuglia.

L’83enne disse che era in corso un’accesa discussione con la nipote e i carabinieri (che erano a conoscenza di situazioni pregresse in cui la giovane, seguita dal Sert per problemi di tossicodipendenza, aveva dato in escandescenze con i parenti) erano intervenuti immediatamente. Ma quando la pattuglia raggiunse l’abitazione l’anziana era stata già aggredita e la nipote si era appena allontanata.

Mentre aspettavano l’arrivo dell’ambulanza l’anziana riferì di aver discusso con la nipote per la gestione del cagnolino di proprietà della ragazza ma accudito da lei, durante una lite la nipote aveva cominciato ad urlare, insultando e minacciando la nonna che, dopo la telefonata al 112, era stata spinta e fatta cadere a terra. Prima di allontanarsi la nipote le aveva preso i cellulari che si trovavano su un mobile. La 23enne fu rintracciata dopo pochissimo, arrestata per rapina e lesioni aggravate e portata al carcere di Pesaro.
Oggi il procedimento è stato discusso in abbreviato come chiesto dal difensore, l’avvocato Sergio Ariozzi: ll pm ha chiesto la condanna a tre anni, il gup ha invece condannato la 23enne a due anni e due mesi disponendo la modifica della misura negli arresti domiciliari in una struttura riabilitativa.

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