PORTO RECANATI – Slittata ancora una volta, per la decima volta consecutiva, l’udienza preliminare del processo per l’omicidio della 15enne bengalese Cameyi Mosammet, scomparsa da Ancona, i cui resti erano stati ritrovati in un pozzo nelle vicinanze dell’Hotel House di Porto Recanati nel 2018, non lontano da un casolare abbandonato.
Oggi in tribunale a Macerata l’udienza preliminare del processo, che vede accusato il fidanzatino di allora, che oggi ha 34 anni e che è tornato da anni nel suo Paese d’origine, il Bangladesh, è stata rinviata al 5 novembre per un difetto di notifica dell’avviso di udienza preliminare all’imputato, che vive in un villaggio e risulta irreperibile.

«Si procederà a una nuova notifica – ha detto l’avvocato Marco Vannini, che assiste l’associazione Penelope Marche, che sostiene le famiglie delle persone scomparse e si è costituita parte civile – perché le autorità hanno risposto a febbraio che l’ultima volta l’imputato non è stato trovato. Le ultime notizie danno che risiede in un villaggio. È difficile rintracciarlo. Non esiste una anagrafe così come la abbiamo in Italia e non c’è obbligo di collaborazione con le autorità. L’ultima notizia che abbiamo avuto dalle autorità consolari era che non è reperibile».
La ragazzina scomparve da Ancona, dove viveva con la sua famiglia, la mattina del 29 maggio del 2010. Sebbene le telecamere l’avessero filmata alla stazione di Porto Recanati con il fidanzato, e il suo cellulare avesse agganciato la cella dell’Hotel House, dove viveva lui, la ragazzina non fu mai ritrovata.
Poi nel maggio del 2018, otto anni dopo la scomparsa, il ritrovamento dei suoi resti in un terreno e in un pozzo nelle vicinanze dell’Hotel House, condominio dove viveva all’epoca il suo fidanzato. I familiari della ragazzina, la mamma e i tre fratelli, assistiti dall’avvocato Luca Sartini, sono parte civile.