Macerata

Macerata, compra un iPhone 11 online ma è una truffa: coppia condannata

Si tratta di due pugliesi: un uomo oggi 51enne e una donna 46enne. La vittima ha riferito che il venditore si era spacciato per carabiniere per tranquillizzarlo

MACERATA – Vede l’annuncio di un iPhone 11 a 500 euro, prende contatti con il venditore che si sarebbe spacciato per un carabiniere e lo paga, ma senza ottenere il cellulare. Ieri un uomo di 51 anni e una donna di 46, entrambi pugliesi, sono stati condannati per truffa a sei mesi di reclusione.
La vicenda risale ad aprile del 2020. In pieno lockdown un giovane che vive a Macerata di origine gambiana aveva visto su un sito Internet un annuncio di vendita di un iPhone 11. All’epoca il prezzo, 500 euro, era apparso conveniente e il giovane aveva risposto all’annuncio. A dire della vittima il venditore avrebbe garantito sulle buone condizioni del cellulare e per tranquillizzare ulteriormente il giovane gli avrebbe detto di essere un carabiniere in servizio a Viterbo. A dimostrazione di questo gli avrebbe aggiunto che il cellulare glielo avrebbe fatto consegnare alla Stazione dei carabinieri di Macerata. Ma la circostanza piuttosto che insospettirlo lo avrebbe rasserenato tanto che il gambiano si era deciso a versare un anticipo di 300 euro sulla Postepay indicata dal venditore.

L’indomani il giovane aveva ricevuto la telefonata da una donna che si era presentata come amica del venditore e incaricata di consegnare personalmente il telefono cellulare. Lo avrebbe fatto però solo dopo aver visto la ricevuta di pagamento della somma rimanente, così il giovane aveva versato i restanti 200 euro. A quel punto si aspettava di ottenere il cellulare, ma non solo l’iPhone non gli fu mai consegnato, i due suoi interlocutori si erano resi entrambi irreperibili. Aveva quindi deciso di rivolgersi alla polizia e presentare denuncia per truffa.
Nel corso delle indagini gli investigatori risalirono agli intestatari della Postepay e dei numeri di telefono, due pugliesi: un uomo oggi 51enne e una donna 46enne. Ieri per loro è stato discusso il processo per truffa in concorso davanti al giudice Domenico Potetti e al pubblico ministero Francesca D’Arienzo. Entrambi sono stati condannati a sei mesi di reclusione (per la donna con la sospensione condizionale della pena) e 200 euro di multa. Erano difesi dagli avvocati Vanni Vecchioli e Giuseppe Roberto Caruana.

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