Macerata

Corridonia, anziana morì dopo un anno di coma: chiesta l’archiviazione, i familiari si oppongono

La donna, all'epoca 82enne, fu trovata in strada davanti casa priva di sensi e con il cranio schiacciato. Per il consulente del Pm non ci sarebbe connessione tra i danni dell'auto e le lesioni riportate dalla vittima

Il tribunale di Macerata

CORRIDONIA – Morì dopo 13 mesi di agonia, la Procura chiede l’archiviazione per un automobilista di Monte San Giusto, i difensori della vittima, una 83enne di Corridonia, presentano opposizione. Il procedimento è finito all’attenzione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Macerata Claudio Bonifazi che si è riservato di decidere.

Il drammatico incidente avvenne la sera del 13 dicembre 2022 quando una 82enne di Corridonia fu trovata in strada davanti alla propria abitazione in via Niccolai con il cranio schiacciato. L’anziana fu trasportata d’urgenza all’ospedale di Macerata, le sue condizioni erano disperate e fu disposto il suo trasferimento all’ospedale di Torrette ad Ancona. Dopo più di un anno di coma, il 9 gennaio scorso, l’anziana è morta.

Da sx gli avvocati Sandro e Andrea Giustozzi

Il giorno dell’incidente sul posto intervennero una pattuglia della polizia locale e una dei carabinieri, a questi ultimi si sarebbe avvicinato l’automobilista di Monte San Giusto che avrebbe riferito di essere passato lì pochi istanti prima e di aver colpito qualcosa, forse un sasso o un gatto. Si era fermato circa 100 metri dopo, aveva chiesto a un commerciante un martello e con quello aveva raddrizzato una parte del paraurti anteriore perché si era danneggiato dopo l’impatto e toccava sulla ruota. Inizialmente gli investigatori ipotizzarono che fosse lui l’investitore e l’uomo fu indagato per lesioni stradali.

Intanto il pubblico ministero titolare del fascicolo, il sostituto procuratore Enrico Barbieri, nominò un consulente tecnico, un ingegnere, per accertare la dinamica dell’incidente. «Il consulente – sostengono gli avvocati dei familiari dell’anziana, Sandro e Andrea Giustozzi –, in maniera del tutto inspiegabile, concludeva la relazione dicendo che non vi era riferibilità tra l’investimento e i danni riportati dall’auto dell’indagato» e sulla scorta di quanto relazionato, la Procura chiese l’archiviazione. I familiari dell’83enne però presentarono opposizione. Era dicembre scorso quando hanno depositato l’atto.

«Secondo il nostro consulente, il dott. Sergio Fattorillo – spiegano gli avvocati Giustozzi –, lo schiacciamento del cranio riportato dall’82enne è conseguente solo ad un arrotamento da auto. Una eventuale caduta accidentale di una persona molto bassa avrebbe potuto provocare, al massimo, solo un piccolo ematoma e null’altro. Il consulente della Procura – aggiungono i legali – ha svolto un’indagine tecnica incompleta. Egli ha dato per scontato che, la donna, al momento dell’evento, fosse in posizione eretta, senza considerare altre ipotesi. Infatti, in base alle lesioni riportate, la donna si trovava distesa sull’asfalto, essendo scivolata o inciampata. Oppure, l’anziana poteva essersi chinata per raccogliere qualcosa, dal momento che stava trasportando i sacchetti della spesa. L’indagato – concludono gli avvocati – aveva ammesso di essere passato di lì, di aver colpito “qualcosa” e di aver dovuto accostare poco più avanti per raddrizzare il paraurti. Tutti i passaggi dell’indagato erano anche confermati dalle registrazioni delle telecamere comunali e perfettamente compatibili con il momento dell’incidente».

Ieri 26 marzo dunque la discussione dell’opposizione alla richiesta di archiviazione. Gli avvocati Sandro e Andrea Giustozzi hanno chiesto un incremento di indagine con la nomina di un consulente medico-legale che esamini le cartelle cliniche per pronunciarsi sulla compatibilità dei traumi con un investimento, in subordine la disposizione dell’imputazione coatta.

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