Macerata

Credito di imposta sisma, Confartigianato Macerata in pressing: «Imprenditori in attesa, l’Europa esca dallo stallo»

Dopo il buon avvio nel 2020, lo strumento non è stato prorogato nel 2021 e molte imprese si trovano a dover pagare costi sostenuti per l'attività che pensavano di recuperare come credito di imposta. «Troppe incertezze»

MACERATA – «I soldi che recuperiamo con il credito di imposta non ci servono per andare alle Maldive, ma per fare ulteriori investimenti e assunzioni per far crescere le nostre attività già appesantite prima dal sisma e poi dalla pandemia. La nostra azienda, nel 2020, ha fatto investimenti in macchinari per 160mila euro che poi ci sono rientrati tramite credito di imposta per il 45% e ciò ci ha permesso di fare nuove assunzioni. Per questo ci auguriamo che la misura possa essere rinnovata al più presto». Le parole di Luigi Tempera, titolare dell’azienda F.lli Tempera di Ascoli, raccontano perfettamente perché gli imprenditori dell’area sisma chiedano a gran voce che venga confermata la misura del credito di imposta sisma, attualmente ferma al 2020. A raccogliere le loro istanze è stata Confartigianato che si è fatta portavoce con la politica, con il commissario alla Ricostruzione Giovanni Legnini e anche con il sottosegretario al Mise.

«Siamo in una situazione di stallo ha spiegato Giorgio Menichelli, segretario generale di Confartigianato imprese Macerata-Ascoli-Fermo – perché il decreto sostegni bis aveva disposto la proroga al 31 dicembre 2021 del credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali effettuati dalle imprese localizzate nei Comuni di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo, colpiti dal sisma. L’operatività dell’incentivo era però subordinata a un’autorizzazione della Commissione Europea, concessa il 6 aprile 2018 e scaduta il 31 dicembre 2020. Quindi era necessaria un’ulteriore autorizzazione che, però, ancora non è intervenuta».

La misura, come ha aggiunto Emanuela Fiorani, responsabile del Servizio contributi pubblici alle imprese di Confartigianato interprovinciale, prevede «il recupero fiscale del 45% delle spese sostenute dalle imprese nell’acquisto di beni strumentali (macchinari, impianti, attrezzature) funzionali alla propria attività produttiva. Il credito può essere portato in compensazione con tutte le tipologie di imposte, per cui si tratta di un beneficio che può essere richiesto a moltissime tipologie di imprese. Inoltre la misura non prevede un limite minimo di investimento e non ha limitazioni che, invece, ci sono in altre misure agevolative». Per tutte queste caratteristiche, quindi, la platea di imprenditori in attesa che la misura possa essere confermata sono tanti. Secondo i dati di Confartigianato, infatti, nella nostra regione, sarebbero potenzialmente interessate più di 10.500 imprese artigiane, pari al 26,1% del totale delle imprese, con oltre 27.000 addetti. A livello provinciale si parla di oltre 6mila imprese artigiane nel Maceratese, più di 2.700 nell’Ascolano e sopra le mille nel Fermano.

«Abbiamo fatto investimenti per 150mila euro che ci hanno permesso di effettuare nuove assunzioni – ha raccontato Walter Bruno, della Adriatica chiusure Sas di Cingoli -. Abbiamo acquistato saldatrici, muletti e sollevatori telescopici e ora ci auguriamo che il governo possa mettere mano a questa manovra per dare nuovo slancio alle aziende, permettere loro di essere competitive e coltivare il sogno di rendere grande il nostro Paese». «Già nel 2020 ho acquistato macchinari per aiutare i dipendenti ad evitare alcuni lavori manuali, aumentando così la loro sicurezza e la velocità di produzione – ha aggiunto Roberto Potenza, della Infissi Potenza di Castelraimondo -. Nel 2021 abbiamo pensato di continuare su questa linea di credito per ampliare ancora le nostre attrezzature e, invece, ci troviamo ancora a pagare questi macchinari, senza poter contare sul recupero del credito di imposta che per noi valeva 80mila euro».

Stesso quando anche alla Ecologica 2000 di Treia. «Nel 2021 abbiamo fatto investimenti per 300mila euro – ha spiegato l’imprenditrice Roberta Salvucci -, contando di poter recuperare il 45% e, invece, stiamo ancora facendo fronte a questa spesa con il nostro cassetto aziendale. E questo ci ha impedito di assumere due dipendenti come, invece, avevamo previsto. La nostra è una piccola azienda e l’impatto è pesante». A cercare di dare un piccolo incoraggiamento agli imprenditori, l’onorevole Tullio Patassini che ha confermato il costante «lavoro con la rappresentante italiana della Commissione europea perché si acceleri sulla nuova autorizzazione sia per la copertura del 2021, che per i primi sei mesi del 2022».

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