Macerata

Covid-Hospital Civitanova, Ciarapica: «Personale non formato». La Storti smentisce: «No allarmismi»

Sulla questione è intervenuto il primo cittadino della città costiera: «Come sempre la Regione di notte decide e, senza informare nessuno, di giorno agisce lasciando soli gli operatori». La direttrice generale Asur risponde

Fabrizio Ciarapica e Nadia Storti

CIVITANOVA – Confronto infuocato tra vertici locali e regionali sull’ospedale di Civitanova che è stato scelto dall’Asur regionale come secondo Covid-Hospital per il territorio maceratese. Sulla questione è intervenuto il primo cittadino della città rivierasca Fabrizio Ciarapica al quale ha subito risposto la direttrice Asur della Regione Marche Nadia Storti.

«A sorpresa la Regione manda casi Covid-19 lasciando a se stessi operatori e malati no Covid senza nessuna informativa certa e senza dispositivi di protezione – ha denunciato il sindaco -. Questa mattina (ieri, 15 marzo, ndr.) al nostro pronto soccorso sono arrivati pazienti Covid-19 prima della data stabilita dalla determina del 13 marzo che stabiliva il trasferimento per martedì prossimo, con il personale medico e infermieristico lasciato all’oscuro della decisione e delle dovute informazioni. In questa situazione drammatica ho ricevuto centinaia di messaggi e telefonate allarmate da tutto il personale medico e paramedico. Ancora una volta la Regione di notte decide e, senza informare nessuno, di giorno agisce lasciando soli gli operatori, che si muovono secondo indicazioni ricevute al telefono da superiori che dicono tutto e il contrario di tutto».

«Gran parte dei medici e del personale sanitario non è stato ancora formato su come trattare pazienti contagiati ma, soprattutto, non ha ricevuto dispositivi di protezione individuale per fronteggiare l’eventuale contaminazione – ha aggiunto il sindaco -. Ricordiamo che la nostra rete sanitaria è sotto un grande stress. In questo momento gli operatori sanitari sono i veri eroi di questa guerra e i primi che devono essere tutelati per il bene di tutti e io sono in prima linea dalla loro parte. Il tutto è assai grave, e di questo ho informato la Prefettura, perché il nostro ospedale ancora è saturo di pazienti no Covid (la dislocazione verso gli altri ospedali è appena iniziata), e come ho già detto alcune di queste persone sono molto gravi e per loro ancora non si conosce la sorte. Solo ora che stiamo vivendo questo dramma possiamo toccare con mano cinque anni di mala gestione regionale del PD che ha smantellato 13 ospedali sul nostro territorio. La Lombardia nomina Guido Bertolaso commissario ad acta per le emergenza e l’Emilia Romagna, Sergio Venturi. Le Marche appaiono come terzo caso più grave di contaminazione in Italia dopo queste due regioni, ma non c’è all’orizzonte purtroppo la nomina di nessun commissario straordinario che possa finalmente gestire con professionalità e responsabilità questa emergenza» ha concluso Ciarapica.

Non si è fatta attendere, nella tarda serata di ieri, la risposta del direttore generale Nadia Storti: «Già due giorni fa, nel corso di una apposta riunione, erano state fornite le indicazioni per ridurre i ricoveri e procedere con le dimissioni. Tutto sta avvenendo attraverso percorsi che tengono assolutamente separati i pazienti in via di dimissione e i pazienti in ingresso affetti da Covid. Non è vero che il personale non è dotato di dispositivi di protezione individuale: la direzione generale ha dato indicazione che il numero dei pazienti deve essere proporzionato al personale di assistenza dotato di tutti i dispositivi previsti dalla normativa».

«Il personale in servizio è stato istruito e formato per l’utilizzo dei dispositivi di protezione superiori rispetto a quelli ordinariamente utilizzati, formato sul percorso “pulito-sporco”, sulle modalità di vestizione e svestizione di tali dispositivi avanzati e nei percorsi interni di sicurezza – spiega la Storti -. Si prosegue nella formazione man mano che il personale entra in turno. Si ribadisce la massima attenzione, nel rispetto e nella tutela dei lavoratori, che sono fondamentali per mantenere il nostro sistema sanitario e quindi bene prezioso da tutelare».

«Il percorso del pronto soccorso tra Covid e non Covid viene garantito separatamente già da alcuni giorni e questo permette di visitare in sicurezza anche l’utenza non Covid che vi accede. I posti letto di terapia intensiva e semi intensiva operativi sono già utilizzati da pazienti Covid e gestiti da personale altamente qualificato e competente – ha concluso il direttore generale Asur -. Questo tipo di organizzazione consentirà di affrontare non solo l’emergenza Coronavirus, ma anche tutte le altre patologie urgenti che continuano a manifestarsi. L’invito è quello di non creare allarmismo e paura in un momento in cui tutti devono collaborare per affrontare l’emergenza».

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