Macerata

Covid, come cambiano i rapporti con la Cina. Istituto Confucio di Macerata: «Nessuna chiusura»

Trentin di Unimc: «Noi a suo tempo, quando l'epidemia era all'inizio, abbiamo avuto purtroppo paura del diverso; per i cinesi non è lo stesso verso gli italiani che sono lì»

MACERATA – È partito ieri (giovedì 19 novembre), da Malpensa, il primo volo Covid-free dall’Italia verso la Cina dopo lo scoppio della pandemia. Se nella prima fase della pandemia era l’Oriente ad avere numeri di contagio maggiori rispetto all’Occidente ora la situazione si è nettamente invertita. Ne abbiamo parlato con il direttore dell’Istituto Confucio e docente Unimc Giorgio Trenti.

L’istituto, inaugurato nel 2011 sotto l’Alto Patronato del presidente della Repubblica italiana, nasce dalla collaborazione tra l’Università di Macerata, l’Università Normale di Pechino e l’Hanban, l’ufficio per la promozione della lingua e della cultura cinese del Ministero dell’Istruzione cinese. L’Istituto Confucio di Macerata rappresenta un punto di incontro tra le due culture, quella cinese e quella italiana.

Giorgio Trentin, direttore dell’Istituto Confucio

«In questo momento siano noi, laddove prima era stata la Cina, a rappresentare un “problema” per i Paesi che ci ospitano – ha spiegato Trentin -. Qualche settimana fa sono stati anche sospesi i visti per gli italiani che vogliono andare in Cina, ovviamente esclusi quelli che già lo hanno per motivi di lavoro. Nonostante questo però il nostro rapporto diretto con l’Oriente è continuato e prosegue “a distanza” grazie alla tecnologia; i convegni internazionali invece al momento sono congelati».

«Noi a suo tempo, quando l’epidemia era all’inizio, abbiamo avuto purtroppo la “paura” del “diverso” mentre attualmente ho moltissimi feedback da studenti che vivono in Cina ormai da tempo e mi hanno spiegato che per i cinesi non è lo stesso verso gli italiani che sono lì – ha spiegato il docente Unimc -. Chi ora può volare verso l’Oriente vola perché torna nel proprio Paese o comunque è in possesso di un visto di lunga durata o lavorativo; tutti gli altri al momento non vengono accettati».

«Cosa ci aspettiamo per il futuro? La speranza di tutti è che dall’estate o dal primo autunno ci siano segnali positivi – ha proseguito Trentin -. Noi al momento stiamo continuando a lavorare a stretto contatto con i partner cinesi e stiamo facendo ripartire, con progettualità, il piano di borse di studio per settembre; quindi non ci sono segnali di rinvio o di blocco. L’auspicio è che a settembre del 2021 si possa tornare a viaggiare liberamente».

«All’inizio ci aspettavamo un crollo a livello didattico in relazione alle lingue orientali ma così non è stato – ha concluso il direttore dell’Istituto Confucio -. Ci sono molti ragazzi che si iscrivono per conseguire le certificazioni linguistiche; la positività c’è ma è importante che la situazione sanitaria ci consenta di trasferire la speranza sul piano della realtà».

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