Macerata

Covid-19, l’appello dei balneari: «Direttive chiare e con preavviso altrimenti non ha senso aprire»

Sono molte le richieste della CNA di Macerata, come «fornire alle amministrazioni le informazioni necessarie; ridurre i canoni demaniali; introdurre bonus vacanza; istituire una fase di Governance per la ripartenza»

È stato emanato ieri, 16 aprile, il decreto da parte del presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli per il via libera ai lavori nelle spiagge e nei parchi come nei cantieri navali. Ci si prepara insomma a entrare nella fase due anche se le perplessità sono molteplici e gli addetti ai lavori chiedono maggiore chiarezza e un preavviso congruo nelle comunicazioni.

«Al momento siamo rientrati per sistemare tutto in vista di nuove comunicazioni – spiegano dallo chalet La Rotonda di Porto Recanati -. Prima dell’emergenza stavamo addirittura ristrutturando il locale ma abbiamo dovuto stoppare tutto. In questi giorni abbiamo proceduto alla sanificazione, abbiamo riverniciato tutto e portiamo avanti le manutenzioni in vista di sapere quando si potrà riaprire. Non sarà una stagione promettente purtroppo e probabilmente si ricomincerà a giugno ma l’importante è ripartire. Il punto è che dobbiamo avere delle direttive chiare e con un minimo di preavviso per provvedere in toto a far ripartire lo stabilimento e il ristorante, considerando che qui lavorano circa 20 persone».

Chiede chiarezza anche il titolare del Tarifa Chalet di Potenza Picena: «Non sappiamo con certezza quale sarà la data della riapertura e ci sono moltissime incognite perché tutto dipende dalle disposizioni che verranno date a livello nazionale in materia di sicurezza – spiega -. Il punto è che se le modalità per garantire la sicurezza dovessero diventare insostenibili, in termini di spese, non ci conviene nemmeno aprire. Fino a ora si sono sentite tante parole ma nulla di chiaro, anche in merito alla distanza tra un ombrellone e l’altro. Già gli stessi, per norma, si trovano in 12 metri quadri quindi la questione del metro di distanza sarebbe risolta. Il punto è che abbiamo bisogno di chiarezza e di un certo preavviso per poter, almeno cercare, di ripartire».

Nel frattempo le prenotazioni estive sono al minimo e anche CNA Balneari Macerata ha lanciato l’allarme sul settore del turismo. «La chiusura, prevista per tutto il mese di aprile e almeno fino al 3 maggio, dei ristoranti annessi alle strutture balneari, ha provocato una perdita immediata di lavoro legata ai cosiddetti ponti di primavera (Pasqua, 25 aprile e 1° maggio) con un pesante danno economico per le attività del settore e dell’indotto. Saltare una stagione comporterebbe irrimediabili danni per un settore la cui stragrande maggioranza delle imprese realizza nel periodo estivo il fatturato dell’intero anno – spiegano dall’associazione chiarendo che per quest’anno si avrà maggiormente un turismo di prossimità -. Il settore balneare, insieme a tutte le attività della filiera del turismo marittimo, potrebbe rappresentare un primo volano importante per far ripartire la spesa turistica del settore, che in tempi di normalità ha messo in movimento, nel solo territorio nazionale tra giugno e settembre del 2019, oltre 29 milioni di viaggiatori domestici tra vacanze con pernottamento ed escursioni di una sola giornata. Numeri oggi purtroppo teorici e inevitabilmente destinati a scendere drammaticamente qualora la riapertura delle attività, seppur graduale, dovesse slittare oltre il mese di giugno. Solo nella nostra provincia sono a rischio quasi 150 imprese che hanno in gestione stabilimenti balneari».

«È fondamentale che il Governo individui, nei tempi più rapidi possibili, le modalità più opportune e con una tempistica certa per favorire la ripresa di questo settore – continua CNA Balneari -. Bisogna fornire indicazioni alle Amministrazioni competenti per la piena applicazione della disposizione di Legge relativa alla durata delle concessioni vigenti a tutto il 2033; prevedere una riduzione dei canoni demaniali e l’abolizione della relativa imposta regionale sugli stessi; serve una indicazione unica di carattere nazionale che consenta ai titolari delle imprese la manutenzione e l’allestimento delle strutture balneari e delle annesse spiagge; è necessario introdurre un bonus vacanze per le famiglie italiane, utilizzabile in Italia e spendibile in tutte le attività legate alla filiera turistica per far ripartire la spesa turistica anche del settore balneare ed è importante – conclude l’associazione – una fase di Governance per la ripartenza del settore, con tavoli istituzionali che possano monitorare tutte le fasi del processo, per condividerne con le imprese del settore le strategie e la messa in pratica delle azioni e delle misure necessarie».

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