Macerata

Corridonia, discussione tra condomini finisce a botte: in quattro davanti al giudice

Madre e figlio di 55 e 19 anni italiani e padre e figlio di 60 e 19 anni marocchini sono accusati a vario titolo di lesioni, furto, rapina, violenza privata e minaccia

Il tribunale di Macerata

CORRIDONIA – Schiaffi, bastonate, telefoni rubati e minacce. Sarebbe finita così una discussione in una palazzina a Corridonia tra due famiglie: una madre col figlio di 55 e 19 anni italiani e un padre col figlio di 60 e 19 anni marocchini sono finiti oggi davanti al giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Macerata. Le accuse mosse dalla Procura a vario titolo vanno dalle lesioni al furto, dalla rapina alla violenza privata fino alla minaccia.

Era il 7 maggio dello scorso anno quando, secondo la ricostruzione accusatoria, fra le due famiglie sarebbe scoppiata un’accesa discussione. La 55enne avrebbe preso il cellulare per registrare quanto stava accadendo quando il 60enne marocchino le avrebbe strappato dalle mani il telefono gettandolo a terra per poi impossessarsene (per questo è accusato di violenza privata e furto) e le avrebbe sferrato un colpo al viso che le aveva fatto sanguinare il labbro. Ad assistere alla scena il figlio di lei che avrebbe preso anche lui il cellulare per registrare. A quel punto il 60enne marocchino avrebbe strappato anche a lui il telefono dalle mani e con il figlio lo avrebbero buttato a terra e bloccato sedendosi su di lui e mettendogli un braccio attorno al collo. Anche il ragazzo italiano, come la madre, aveva riportato una lesione al labbro e al collo.

L’avvocato Tiziano Luzi

Dall’altro lato madre e figlio devono rispondere di violenza privata e lesioni perché avrebbero colpito il 60enne con il bastone della scopa in testa, la 55enne avrebbe anche sferrato uno schiaffo alla moglie del vicino per poi urlare: «C’è da ammazzarli questi marocchini e mandarli via di casa. Li ammazziamo tutti».
Padre e figlio marocchini sono difesi dall’avvocato Adriana Mannozzi ieri sostituita dal collega Massimiliano Cingolani. Madre e figlio, invece, sono difesi dall’avvocato Tiziano Luzi. Respingono con forza gli addebiti e sostengono di essere loro le vittime come testimoniato dai video che hanno registrato e prodotto. Il giudice Giovanni Maria Manzoni ha rinviato l’udienza al prossimo 29 maggio.

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