Macerata

Corridonia, i calici d’argento tornano in chiesa per la Pasqua: 73enne anconetano arrestato per furto di beni culturali e autoriciclaggio

In azione i carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Ancona e della locale Stazione: le opere, di età compresa tra il XVIII e il XX secolo, erano sparite dalla Chiesa di San Pietro Paolo e Donato, cui sono state restituite

CORRIDONIA – Nella mattinata del 18 marzo scorso, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Ancona, in collaborazione con i colleghi della Stazione Carabinieri di Corridonia (MC), hanno tratto in arresto, in applicazione di una misura cautelare degli Arresti Domiciliari, disposta dal G.I.P. di Macerata, un 73enne di Ancona, indagato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata per Furto di beni culturali e Autoriciclaggio.

L’uomo, con precedenti specifici, già noto alle Forze dell’Ordine, nell’ambito dello specifico procedimento è ritenuto responsabile di un furto commesso, nel febbraio scorso, all’interno della Chiesa di San Pietro Paolo e Donato di Corridonia, da cui avrebbe illecitamente asportato 3 calici in argento (di età compresa tra il XVIII e XX
sec.).
Secondo la ricostruzione dei fatti operata dagli inquirenti, l’indagato avrebbe, poco dopo il furto, venduto quegli stessi beni ad un esercente di materiali preziosi di Ancona, dichiarando ingannevolmente la lecita provenienza mediante false attestazioni.

Ad esito delle indagini, condotte dal Nucleo TPC di Ancona (in collaborazione con l’Arma Territoriale) nell’ambito delle proprie peculiari attribuzioni di contrasto dei reati contro il patrimonio culturale in danno di privati cittadini ed enti pubblici, privati ed ecclesiastici, i Carabinieri sono riusciti a recuperare gli oggetti sacri trafugati, che sono stati restituiti, il 20 marzo scorso, dagli stessi militari dell’Arma, al legittimo proprietario, la Chiesa di San Pietro Paolo e Donato di Corridonia, nelle mani del suo parroco, che potrà così utilizzarli per le prossime liturgie pasquali.

Di fondamentale importanza si è rivelata la consultazione della “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, la più grande del mondo con oltre 8 milioni di files relativi a beni da ricercare, gestita in via esclusiva dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.

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