Macerata

«Servono tamponi a tutti gli operatori sanitari»: esposto in procura dalla Cgil di Macerata

«Una macchia d'olio inarrestabile», hanno definita i sindacati. Pressioni anche da Pesaro mentre la Regione ha comunicato che ci si sta organizzando, di concerto con il Gores

«Esposto alla procura della Repubblica per i mancati tamponi agli operatori dell’Area Vasta 3» ad annunciarlo ieri, 25 marzo, nello stesso giorno in cui a Roma è stato firmato il protocollo d’intesa tra tutte le organizzazioni sindacali confederali e di categoria sulla prevenzione e sicurezza dei lavoratori, è stato Jhon Palmieri, segretario generale della Fp Cgil di Macerata.

A Pesaro i sindacati hanno presentato una formale richiesta affinché vengano fatti i tamponi a tutti i sanitari degli ospedali. La Regione nel frattempo fa sapere che, in sinergia con il Gores, si stanno definendo le linee per estendere i tamponi a tutte le persone che si trovano in prima linea per combattere l’emergenza.

«Centinaia degli infermieri, medici e oss infettati oggi sono in quarantena; per evitare ulteriori criticità dobbiamo effettuare tamponi a tutti ed evitare di richiamare operatori dalla quarantena senza prima avere effettuato il tampone per valutarne le condizioni di salute e l’eventuale contagio – continuano i sindacati -. Siamo in una situazione di emergenza, risultato anche dei tagli alla sanità, con migliaia di posti letto distrutti in nome del contenimento della spesa e dei patti di stabilità. In molti casi il rispetto delle regole UE è servito come alibi per privatizzare servizi o destinare al privato fondi sottratti alla sanità pubblica. La Fp CGIL chiede di trasformare in atti concreti le richieste già inoltrate al servizio Salute delle Marche per compensare la grave carenza di personale peraltro in forte aumento di contagio nel breve termine. Percorsi assunzionali ad hoc, quali graduatorie a tempo determinato anche solo per titoli per le figure richieste, e stabilizzazioni quale frutto di un piano straordinario occupazionale».

«Abbiamo denunciato con forza dal 21 marzo che servivano subito tamponi per tutte le persone esposte al contagio, a partire dagli operatori sanitari fino ad arrivare a tutti coloro che ruotano nell’ambito socio sanitario assistenziale, pubblico e privato accreditato. Senza escludere le forze dell’ordine, i sintomatici, coloro che escono dalla quarantena e tutti quelli che sono stati a contatto con pazienti positivi al Covid19 – continua Palmieri -. I presidi territoriali di Corridonia e Recanati (anche la RSA) sono già contagiati: la macchia d’olio è inarrestabile e nessun operatore deve rimanere esente dal tampone».

I sindacati, che chiedono un tavolo permanente con la direzione dell’Asur e dell’Area Vasta 3, hanno già denunciato alle locali prefetture la situazione che riguarda i «sanitari mandati al fronte con presidi inadeguati a prevenire il contagio, ovvero dpi già bocciati dalla Lombardia in quanto non conformi. Quelli arrivati di recente non sono migliori: si rompono con facilità, non hanno valvola/filtro e appannano la visiera».

«Abbiamo chiesto la sanificazione di tutti i locali di lavoro, degli spogliatoi e della mensa e attendiamo risposte positive in tale direzione – proseguono -. Molti contagi sono avvenuti nei luoghi di lavoro non sanificati e tenuti aperti spesso contravvenendo alle disposizioni di legge sullo smart working; se in Europa si lavora in smart, aumentando anche la produttività, perché in Italia è impossibile?».

Il rappresentante locale della Cgil ha anche fatto un appello «ad accettare il coinvolgimento di tutti i soggetti che mettono a disposizione il proprio sostegno; ci riferiamo a tutte quelle ONG che operano in condizioni di emergenza in tutto il pianeta».

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