Macerata

Allarme Coronavirus, razzia di mascherine. Angelini: «Dormo in azienda per paura di furti. Siamo a 160milioni di richieste»

A parlare è l'amministratore delegato della GammaDis, l'azienda marchigiana produttrice di presìdi sanitari che, in questi giorni, stanno andando a ruba per proteggersi dal rischio di contagio dal virus Covid-19

Alberto Angelini, AD della GammaDis di Civitanova

CIVITANOVA MARCHE- «Da un po’ dormo in azienda perché ho il timore di furti e sciacallaggi». A parlare è Alberto Angelini, amministratore delegato della GammaDis di Civitanova Marche, l’azienda che produce mascherine, disinfettanti e prodotti sanitari che oggi, agli occhi di tantissimi italiani, sono sempre più indispensabili per fronteggiare l’emergenza del Coronavirus. L’abbiamo dovuto chiamare un paio di volte perché il suo telefono è perennemente occupato da chi vuole fare un ordine, dall’Italia o dall’estero, o da chi vorrebbe andare in azienda e acquistare subito una mascherina.

«Le Legioni dei carabinieri di Marche, Emilia e Lazio ci hanno richiesto le mascherine. E poi Enti pubblici, Enel, privati: le richieste arrivano da tutti i settori e da tutto il mondo– ci racconta -. Sono costretto anche a dormire in azienda per paura di furti e sciacallaggi. Diciamo che in giro, inoltre, c’è moltissima speculazione sulla questione e c’è chi “gioca” sulla paura delle persone. Chiaramente i costi di approvvigionamento sono aumentati ma quelli di vendita no e noi siamo rimasti al prezzo standard per la vendita ai nostri clienti. C’è invece chi gonfia i prezzi approfittando della situazione».

Alberto Angelini, AD della GammaDis di Civitanova Marche

«Ogni giorno c’è una vera e propria processione in azienda anche se tengo a precisare che noi non vendiamo direttamente le mascherine ma è necessario utilizzare gli appositi canali che riforniamo – spiega -. Abbiamo dovuto incrementare il personale: prima avevo quattro dipendenti ora ne siamo 20».

Si lavora senza sosta nello stabilimento in via Enrico Mattei a Civitanova Marche per creare le classiche mascherine sanitarie o quelle con le valvole. «Mi chiamano da ogni parte del mondo ma è normale che la priorità la diamo all’Italia e soprattutto non vogliamo speculare su ciò che sta accadendo. Proprio ieri mi hanno chiamato dalla Cina dicendomi che erano disposti a darmi una cifra molto maggiore per avere delle mascherine: ho declinato l’offerta perché non voglio fare sciacallaggio sul mio lavoro e perché prima o poi l’emergenza finirà e la gente non deve ricordarsi dell’azienda per aver speculato su quanto sta accadendo» ha spiegato Angelini.

«Nei giorni scorsi avevamo una richiesta di 120 milioni di mascherine adesso siamo arrivati a 160milioni – ha concluso Angelini, al quale non vogliamo rubare altri minuti -. Di media ne prepariamo 100 ogni ora quindi può capire quanto lavoro ancora abbiamo da fare».

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