Macerata

Civitanova, si butta da una balconata per scappare dalla polizia. Pusher in manette

Un libico di 28 anni, senza fissa dimora, ha lanciato a terra un pacchetto con 9 ovuli tra cocaina ed eroina, poi ha aggredito un agente con calci e pugni. Stamattina ha patteggiato un anno ed è tornato in libertà

Polizia, Ancona, notte

MACERATA – Si butta da una balconata per fuggire dai poliziotti, raggiunto ne aggredisce uno con calci e pugni. Durante la fuga aveva gettato a terra un pacchetto con nove ovuli di droga tra cocaina ed eroina.

È successo ieri in tarda serata a Civitanova Marche dove una pattuglia di poliziotti del commissariato diretto dal commissario capo Lorenzo Sabatucci, stava effettuando un servizio finalizzato al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti. Giunti alla fine di corso Umberto gli agenti hanno notato un giovane extracomunitario che armeggiava con uno zaino e sono intervenuti. Il giovane, alla vista dei poliziotti, ha scavalcato una balaustra e dopo un volo di oltre due metri è scappato verso corso Dalmazia.

Durante la fuga i poliziotti lo hanno visto gettare a terra un pacchetto di sigarette e quando lo hanno raggiunto, l’extracomunitario ha reagito sferrando calci e pugni in particolare contro uno degli agenti che a seguito dell’aggressione è stato costretto a ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso (ha riportato 5 giorni di prognosi per un trauma contusivo-distorsivo al polso destro).
L’extracomunitario è stato bloccato e arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e detenzione ai fini di spaccio. Nel pacchetto di sigarette che aveva buttato a terra c’erano sette ovuli di cocaina e due di eroina, pronti per essere spacciati. Identificato è risultato essere A.A., 28enne originario della Libia, senza fissa dimora.

L’avvocato Antonio Renis

Il giovane ha trascorso la notte nella cella di sicurezza del commissariato e stamattina è stato condotto, zoppicante, in Tribunale a Macerata per essere processato per direttissima. Difeso dall’avvocato Antonio Renis, il libico ha deciso di fornire la propria versione dei fatti e ha riferito al giudice Francesca Preziosi che la droga non era la sua: «Stavo fumando una canna – ha detto –, poi mi sono sentito aggredire e sono fuggito via. La droga non è mia». Nello zainetto che aveva con sé al momento dell’arresto c’erano anche due cellulari risultati rubati e un coltellino. Uno dei due telefonini era stato rubato a una donna la settimana scorsa, i poliziotti sono arrivati alla proprietaria attraverso il profilo Facebook dell’applicazione scaricata sul cellulare. «I telefonini li ho comprati da un amico, non sapevo che fossero rubati», ha detto ancora il libico che è stato denunciato a piede libero per ricettazione e porto di arma.

Il giudice ha convalidato l’arresto poi il 28enne, tramite l’avvocato Renis, ha patteggiato con il pubblico ministero Stefano Lanari la pena di un anno di reclusione beneficiando della sospensione condizionale (è incensurato) ed è tornato in libertà.

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