Macerata

Civitanova, oltre cento cani adottati nel 2022. Gli operatori del Canile: «Diversi arrivano da chi si stanca»

A spiegarlo è Emanuela Margiotta, referente del Canile multizonale di Civitanova

Gli operatori del Canile Multizonale con Igo, un pastore tedesco di 3 anni. (A sin Emanuela Margiotta).

CIVITANOVA MARCHE – Sono oltre cento i cani che hanno lasciato il Canile multizonale di Civitanova. In totale, parliamo di quasi centoquaranta adottati, cinquantasei riconsegnati ai legittimi proprietari e ventinove trasferiti in altri canili. E il nuovo anno inizia nel segno giusto: un quartetto canino ha già trovato rifugio, un quinto animale è in procinto di essere adottato.

Il racconto

A spiegare tutto ciò è Emanuela Margiotta che gestisce i locali di via dell’Industria, per conto della Cooperativa ‘La meridiana’. «Il canile multizonale – dice – si divide in due ali: prima si accede dalla parte ‘sanitaria’, dove gli animali stazionano di norma un paio di settimane, per essere sottoposti alle visite e alla profilassi». È da qui che successivamente si passa alla zona ‘definitiva’, dove attualmente ci sono «trenta cani di Civitanova, sette trasferiti da Potenza Picena e altri sette da Montecosaro. Cinque sono invece le presenze nella zona sanitaria, tra cani e gatti».

I locali del Canile vennero inaugurati nel 2003, dedicati al ricovero di tutti i randagi nei comuni di competenza del territorio del Servizio veterinario Asur- zona Territoriale 8, che comprende diversi centri del maceratese. «Alcuni sono cani randagi, vengono trovati in strada. Ma in questo caso – ammonisce – il cittadino non si sostituisca alle autorità, perché gli animali non possono essere portati direttamente qui. Prima si deve avvertire la Polizia locale o direttamente l’Asur. Quest’ultima, tramite gli operatori del servizio veterinario, esegue il controllo del microchip e contatta il proprietario. Se questi non risponde, l’animale viene portato al canile. Nel caso si tratti di un randagio – continua – facciamo un post di smarrimento sui social e nel 20% dei casi il padrone si fa vivo». Un’altra circostanza è quella della «rinuncia da parte del proprietario, che avviene tramite richiesta al Comune. Si tratta di gente che si stufa ma questo comporta un vero e proprio trauma per gli animali, che passano dal caldo di un appartamento al contesto differente di un canile».

Gli operatori del canile con ‘Black’, un rottweiler di appena due anni.

La preparazione all’affido è ciò di cui si occupano i volontari e gli operatori del Canile, condividendo l’attività con le associazioni ‘Uniti per la coda’ e ‘Una’. «Socializziamo con l’animale – illustra Margiotta – , lo facciamo interagire, sgambare, poi quando c’è l’interessamento della persona facciamo sì che le parti si conoscano e controlliamo che l’affidatario assicuri tutte le garanzie di un buon trattamento». Ma non è tutto. Al Canile multizonale sono attivi diversi progetti di reinserimento sociale: qui possono infatti operare soggetti destinati dall’Uepe (l’Ufficio di esecuzione penale esterna di Macerata, ndr), che devono scontare una pena oppure persone fragili o con disabilità.

Le belle storie non mancano da queste parti. Come quella di Ice, un pitbull che alcuni anni fa si rese celebre in città per via della sua aggressività. L’animale venne perciò affidato al canile, che a seguito di un accurato percorso di rieducazione, venne dichiarato idoneo all’affidamento. Ora Ice è nella mani di una signora che lo accudisce con amore ed è un cane trasformato, «buono e amico di tutti».

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