Macerata

Civitanova, alla manifestazione per Alika Ogorchukwu anche Amnesty Marche: «Contro l’odio»

Gli attivisti annunciano la loro presenza, ma senza simboli e bandiere, alla manifestazione in programma domani - sabato 6 agosto -, a Civitanova

CIVITANOVA MARCHE- «La sicurezza richiesta dai cittadini si ottiene riconoscendo appieno, e non riducendo, a chi ora è invisibile e vulnerabile, i diritti sanciti per ogni persona dalla Dichiarazione universale dei diritti umani. Più diritti significa più sicurezza». Amnesty International Marche annuncia così la propria partecipazione alla manifestazione di domani, indetta per ricordare l’ambulante nigeriano Alika Ogorchukwu e lanciare messaggi di pace e solidarietà.

L’iniziativa, dal nome «Tutti abbiamo il diritto di essere vivi», inizierà alle 14 con il raduno nel piazzale dello stadio, da qui il corteo, passando per viale Vittorio Veneto, si dirigerà in piazza XX settembre dove sono previsti interventi e momenti dedicati alla preghiera. Per l’occasione, sarà presente una folta rappresentanza della comunità nigeriana, almeno cinquecento persone che indosseranno magliette di diversi colori. Ci saranno anche gli attivisti di Amnesty International Marche, «senza simboli – hanno spiegato – e bandiere come richiesto dagli organizzatori, per testimoniare alla famiglia di Alika Ogorchukwu forte vicinanza e la promessa di continuità nell’impegno contro l’odio, la discriminazione ed il razzismo».

La dichiarazione

«Siamo certi – ha dichiarato Fabio Burattini, responsabile di Amnesty International Marche – che la sicurezza richiesta dai cittadini, marchigiani e non, si ottenga riconoscendo appieno e non riducendo, a chi ora è invisibile e vulnerabile, i diritti sanciti per ogni persona dalla Dichiarazione universale dei diritti umani. Più diritti vuol dire più sicurezza, lo diciamo da decenni. Saremo sabato a Civitanova perché temiamo che una falsa percezione della realtà, alimentata da una comunicazione che spesso pone i cittadini italiani in una presunta condizione di superiorità, presenti il rischio che la vittima venga progressivamente additata come il colpevole. Ci saremo perché riteniamo urgente un mutamento radicale nel linguaggio pubblico, nei discorsi politici, nella rappresentazione mediatica dell’immigrazione, in Italia e nel mondo».

I casi

Burattini ha poi accennato a tre episodi del passato che hanno scosso le comunità maceratese e fermana: «L’assassinio di Emmanuel Chidi Namdi a Fermo – ha aggiunto – la tentata strage di Macerata e la brutale uccisione di Alika dovrebbero insegnarci che alimentare l’odio sociale, il razzismo e l’indifferenza per tutto ciò che non ci riguarda direttamente, ci mette tutti in pericolo e ci allontana dai principi etici e di solidarietà umana alla base del nostro vivere civile. Invitiamo tutti ad essere presenti a Civitanova per ribadire che questa regione respinge con forza le parole d’odio e la discriminazione da qualsiasi parte arrivino e si impegna a costruire un ambiente solidale ed accogliente per ogni persona».

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