Macerata

Civitanova, le giornate Fai si rivelano «un successo»

Nell'arco delle due giornate sono andate in scene le visite guidate alla cappella gentilizia dei marchesi Ricci, situata nel cimitero dell città alta

Da sin: Mara Pecorari, Enrica Bruni e Patrizia Zallocco.

CIVITANOVA MARCHE- Fai a Civitanova: in oltre trecento visitano la cappella gentilizia dei Marchesi Ricci. Arte e storia sono state illustrate dalle dottoresse Enrica Bruni, direttrice della Pinacoteca civica Marco Moretti e Mara Pecorari, istruttore direttivo dell’Asp Paolo Ricci. Presente anche Patrizia Zallocco, direttrice generale dell’azienda, mentre il personale Fai accoglieva il pubblico guidandolo verso i siti d’interesse, tra cui la basilica dei frati Cappuccini dove sono presenti affreschi di valore. «Abbiamo dovuto fare un turno in più proprio per soddisfare tutti i visitatori  – spiegano gli organizzatori -, siamo molto contenti e soddisfatti di come sono andate le cose».

La storia

La cappella appartiene ai Ricci, famiglia d’origine maceratese di cui Pecorari ne ha ripercorso tutte le vicende, partendo da Giacomo, artista e patriota maceratese che si trasferì in città facendo restaurare Porta Marina. Quindi, suo figlio Paolo, parlamentare del Regno italiano per otto legislature: grazie al suo impegno, sono stati realizzati il Pincio, la tranvia, la strada delle Vergini e il muraglione di borgo Casette. A sua volta, Paolo ebbe un figlio, Giulio che sposò Giannina Udina. Dalla coppia ebbe origine Paolo, che si chiamava proprio come il nonno ma che non ebbe la medesima storia gloriosa. Paolino perse la vita molto presto, a soli 19 anni, così nel 1949, la marchesa Giannina Udina, divenuta vedova, decise di lasciare tutto il suo patrimonio ad un orfanotrofio di gestione comunale, a condizione che l’ente portasse il nome di suo figlio scomparsa.

L’arte

La Bruni si è invece soffermata sulla parte artistica: «Si può leggere la cappella solo dal punto di vista iconografico e delle tecniche pittoriche usate  – ha spiegato -, perché non si conosce l’autore degli affreschi. Sappiamo, però, che si tratta di art noveau a mano libera. I disegni sono stati realizzati a tempera, su un muro fresco. Quanto all’aspetto simbolico – ha proseguito – è rappresentata la morte: gli angeli, le colonne raccordano il mondo terreno con l’aldilà».

L’adesione

Nell’ultima seduta, la Giunta comunale ha deciso di diventare iscritto-sostenitore della Fai. «Con l’adesione al FAI – spiega il sindaco Fabrizio Ciarapica – l’amministrazione comunale vuole mettere in evidenza una politica sempre più attenta alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale, artistico, architettonico e naturalistico».

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