Macerata

Civitanova, il Covid Center consegnato alla Regione, Ceriscioli: «Struttura sanitaria per le Marche» – VIDEO

«Mi dispiace che nessuno, da parte delle Istituzioni nazionali, sia venuto a vedere cosa abbiamo realizzato» ha detto l'ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso

Passaggio di consegne tra la Regione Marche e il Cisom per il Covid Center di Civitanova

CIVITANOVA – Il passaggio di consegne, oggi pomeriggio 16 maggio, tra l’Ordine di Malta e la Regione Marche, ha sancito la fine dei lavori al Covid Center di Civitanova. Alla cerimonia, presieduta dall’Arcivescovo di Fermo Rocco Pennacchio, sono intervenuti, tra gli altri, il presidente della Regione Luca Ceriscioli, l’assessore regionale Angelo Sciapichetti, il direttore Asur Nadia Storti, il direttore dell’Area Vasta 3 Alessandro Maccioni, il consigliere regionale Francesco Micucci, l’ex capo della protezione civile Guido Bertolaso, il sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica e l’ambasciatore di Giordania Fayiz Khouri.

Un momento della cerimonia

«Poter avere questa struttura a disposizione, dopo lavori che sono durati venti giorni, con una velocità incredibile di realizzazione e una filosofia ispirata alla fruibilità di moduli indipendenti e flessibili, ci permette di affrontare questa fase di chiusura dell’emergenza Covid puntando su un ospedale in grado di rispondere alle nostre esigenze – ha detto il presidente Ceriscioli –. Una struttura che permetterà di accelerare il ritorno alla normalità degli altri ospedali anche perché sappiamo che la missione più delicata potrebbe averla in un’eventuale ripartenza del virus a fine anno».

«Il personale sanitario necessario c’è e proviene da tutte le aziende: da quelle più piccole, come l’Inrca, a quelle più strutturate come l’Asur – ha chiarito il presidente rispondendo a uno dei nodi cruciali che è gravitato, in questi giorni, intorno alla funzionalità del Covid Center -. Questa nuova struttura viene veramente vissuta come una struttura regionale, pronta a essere attivata, in caso di necessità, per tutte le esigenze del nostro territorio».

Il presidente Ceriscioli con la direttrice Storti e il direttore Maccioni

«Dall’inizio dell’emergenza, in poco tempo, siamo arrivati a un totale di 150 posti letto occupati nelle terapia intensiva e a un certo punto ci siamo guardati e abbiamo detto “ora cosa facciamo?” – ha ricordato il presidente Ceriscioli descrivendo l’iter dell’attuazione del progetto -. Abbiamo visto che a Milano si stava realizzando una cosa molto interessante e alla guida c’era Guido Bertolaso. Una domenica mattina mi sono detto “ma sì, ci provo, lo chiamo” e così ho fatto. Lui ha subito risposto che ci avrebbe dato una mano e ricordo che il presidente Fontana, ironicamente, mi disse “per mezza giornata te lo presto”. Da lì è iniziata una avventura che ha portato alla realizzazione di una struttura di altissima qualità in tempi record. Con il Covid Center di Civitanova raggiungiamo infatti 300 posti nella nostra Regione che ci permetteranno, eventualmente, di farci trovare preparati in vista di un ritorno del virus che ovviamente, non ci auguriamo».

«Un grazie infine ai tanti donatori – ha aggiunto Ceriscioli interrotto da un lungo applauso -. Abbiamo avuto anche donazioni di cinque euro e magari quei cinque euro sono di una persona che ha la minima e che paga l’affitto; una persona che però ha deciso di donarci quei soldi importantissimi, come tutte le altre donazioni, per un progetto che lo è altrettanto». All’interno del Covid Center sono posizionate le foto delle varie maestranze e l’elenco di tutti i benefattori che hanno contributo al progetto.

Da sinistra Luca Paolini, Giuliano Pazzaglini, Fabrizio Ciarapica e Guido Bertolaso

«Più che una inaugurazione, quella odierna è la presa d’atto del lavoro straordinario che è stato fatto, grazie alla collaborazione fra la Regione Marche, il comune di Civitanova e il Corpo italiano del soccorso dell’Ordine di Malta – ha aggiunto l’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso -. È la dimostrazione che quando si vuole, anche in Italia, si riescono ad abbreviare i tempi e a superare qualsiasi ostacolo burocratico».

«Mi dispiace che nessuno, da parte delle Istituzioni nazionali, sia venuto a vedere cosa abbiamo realizzato – ha concluso Bertolaso -. Sarebbe stato forse utile, anche fonte di ispirazione, per chi deve sistemare tutta la sanità italiana. D’altronde temo che il ritorno del Covid sia un rischio reale: lo dicono tutti gli scienziati. Quando uno sa che deve affrontare una nuova epidemia, ci sono tre parole d’ordine: tamponi, tracciabilità e terapia. Questa di Civitanova è la struttura idonea per fare una terapia appropriata per chi contrae questa malattia».

L’Arcivescovo Pennacchio benedice la Statua della Madonna di Loreto

La sobria cerimonia religiosa, officiata da Monsignor Pennacchio e da don Andrea Simone, assistente spirituale del Cisom, si è svolta con la benedizione della Statua della Madonna di Loreto, posizionata all’ingresso della struttura.

«Un mese fa siamo stati chiamati a costruire questo Covid Center e ora l’invito che rivolgiamo alla Regione è quello di far sì che questo posto rimanga per la comunità locale una struttura importante» ha aggiunto Gerardo Solaro Del Borgo, presidente del Cisom. Apprezzamento è stato espresso anche dal sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica. «Ricordo che a marzo qui c’era un padiglione fieristico vuoto e ora abbiamo una struttura che ci permetterà di recuperare i nostri ospedali che sono stati riconvertiti in strutture Covid a seguito dell’emergenza; c’era necessità di dare servizi alla comunità e questo è stato fatto, anche in un ottica di recrudescenza del virus».

Da sinistra Ciarapica, Solaro Del Borgo e Fayiz Khouri.

«Papa Francesco ha detto più volte e ribadito che la chiesa è un ospedale da campo dopo una battaglia – ha sottolineato l’Arcivescovo Pennacchio -; una definizione molto calzante in questo momento perché ricordiamo che quando c’è un’emergenza la prima cosa da fare è quella di accogliere le persone e curare le loro ferite. Chi è stato colpito da questo virus, penso alle persone anziane ma a tutti gli altri, è stato colpito anche dalla solitudine; ecco l’invito agli operatori sanitari che lavoreranno qui, che sono il volto di Cristo, è di accogliere le persone e continuare ad avere per loro grande attenzione perché questa è la chiave distintiva di ogni operatore sanitario».

Al termine della cerimonia le istituzioni civile e religiose hanno visitato i locali del Covid Center.

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