Macerata

Civitanova, anziano aggredito a colpi di spranga: 70enne ai domiciliari per tentato omicidio

La vittima è un 85enne che il 3 agosto scorso è finito in ospedale con un trauma cranico e facciale e numerose e profonde ferite alla testa. Una 58enne è invece accusata di stalking

Il tribunale di Macerata

CIVITANOVA – Tentato omicidio di un 85enne e stalking. Sono i reati per i quali il gip ha disposto due misure cautelari a carico, rispettivamente, di un 70enne senza fissa dimora e di una 58enne civitanovese. La vittima, il 3 agosto scorso era stata aggredita con una spranga di ferro mentre era in campagna ad annaffiare l’orto. Ora il 70enne è agli arresti domiciliari alla Caritas, la 58enne per la quale era stato disposto l’allontanamento dall’abitazione dell’anziano, mercoledì è tornata in quella casa e le è stata aggravata la misura, anche lei adesso è ai domiciliari. Il difensore: «I fatti sono completamente diversi da come sono stati prospettati».

La vicenda è venuta alla luce il 3 settembre scorso quando l’85enne, dopo due settimane di ospedale e il successivo ricovero in una casa di cura privata, ha denunciato quello che gli era accaduto. Ai poliziotti ha parlato della 58enne che da qualche tempo viveva a casa con lui, l’aveva conosciuta anni addietro perché aveva fatto assistenza all’anziana moglie poi, quando la coniuge era morta, le aveva affittato un appartamento nello stabile dove lui viveva. Dopo circa un anno, però, la donna si sarebbe trasferita insieme ai suoi figli nell’appartamento dell’85enne per assisterlo nelle faccende domestiche. Tra lui e la donna sarebbe iniziata una sorta di relazione sentimentale, ma poi le cose sarebbero cambiate. L’anziano ha riferito che da circa tre anni lei sarebbe diventata aggressiva, gli avrebbe chiesto soldi e avrebbe ostacolato i rapporti con i nipoti. Gli avrebbe chiesto di vendere una casa in campagna per comprare un appartamento da intestare a lei, ma lui a quella casa era affezionato e si era rifiutato di venderla e lei lo avrebbe minacciato che se l’avesse lasciata ai nipoti lei avrebbe dato fuoco a quell’abitazione. A febbraio scorso sarebbe spuntato anche un testamento, ritirato poco dopo, in cui lui lasciava alla 58enne una casa e 50mila euro.

Poco più di un anno fa, l’anziano avrebbe visto un uomo dormire nella sua Fiat Panda. L’auto la usava spesso la 58enne e l’85enne glie ne avrebbe chiesto conto: la donna avrebbe negato la circostanza, ma la sera stessa l’anziano si era trovato in casa quell’uomo che lo avrebbe minacciato di picchiarlo perché sarebbe stato definito un “barbone”. Per gli inquirenti quell’uomo era un 70enne senza fissa dimora che di recente era stato ospitato dalla Caritas. Il 3 agosto scorso l’impensabile: verso le 5 del mattino l’85enne era andato nella casa in campagna per annaffiare l’orto quando si era trovato di fronte un uomo che lo aveva aggredito colpendolo più volte alla testa con una spranga di ferro. Per gli inquirenti l’aggressore avrebbe smesso di colpirlo e si sarebbe allontanato solo perché aveva creduto che l’anziano fosse morto. Fortunatamente invece, l’85enne aveva perso i sensi, ripresa conoscenza, aveva raggiunto la propria auto e si era diretto verso l’ospedale. Nella struttura sanitaria ci è rimasto due settimane, ha riportato un trauma cranico e facciale con numerose e profonde ferite alla testa per una prognosi di 30 giorni, poi è stato trasferito in una casa di cura privata. Nel corso delle indagini all’anziano è stata mostrata una foto del 70enne ma la vittima non lo ha riconosciuto, la foto era di sette anni prima e le sembianze dell’indagato erano molto diverse. Lo avrebbe invece riconosciuto successivamente quando gli è stata mostrata una foto recente.

L’avvocato Tiziano Luzi

Il pubblico ministero Rosanna Buccini, aveva chiesto che la 58enne venisse allontanata dall’abitazione dell’anziano ipotizzando il reato di maltrattamenti, e che il 70enne venisse posto in carcere per tentato omicidio. Il gip Giovanni Maria Manzoni, riqualificando il reato in stalking per la donna, ha disposto per lei la misura chiesta dal pubblico ministero e per il 70enne i domiciliari con braccialetto alla Caritas dove era ospite. Ma mercoledì la donna sarebbe tornata a casa dell’anziano, che nel frattempo, per cautela, si è spostato in un’altra abitazione, e per lei è stato disposto l’aggravamento della misura. Si sarebbe giustificata dicendo che era andata a trovare il figlio che era rimasto a vivere in quella casa.

«I fatti sono completamente diversi da come sono stati prospettati – ha dichiarato l’avvocato degli indagati Tiziano Luzi –. In realtà tra l’anziano e la donna era nata una sorta di relazione sentimentale, la persona offesa si era invaghita di lei, si era ingelosito e gli screzi che sono nati successivamente tra i due sono legati a quello». Per quanto riguarda la posizione del 70enne: «Lui nega di aver malmenato l’anziano – prosegue l’avvocato Luzi –. Oltretutto dai tabulati telefonici non risulta sul luogo dell’aggressione».

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