Macerata

Cingoli, cavi telefonici finiscono in un cortile. Il proprietario: «Tre mesi di inutili segnalazioni»

Il proprietario del terreno denuncia che, nonostante un primo sopralluogo degli operatori Tim, nessuno ha provveduto a rimuovere i fili. Ecco la vicenda

CINGOLI- Sono passati tre mesi da quella tempesta di pioggia e vento che ha provocato tanti danni a Cingoli. In quella burrasca di fine gennaio le forti raffiche di vento hanno provocato la rottura di un grosso ramo, che ha colpito e abbattuto un palo della linea telefonica a Moscosi, frazione di Cingoli. E se il palo divelto si è spezzato, i fili sono rimasti integri, tanto che la linea telefonica della Tim non ha subìto alcun disagio o interruzione. Tuttavia, i cavi sono finiti in un cortile di una abitazione privata.

Il problema nasce quando nessuno della compagnia telefonica rimuove quei cavi, che ad oggi costituiscono un ostacolo per il proprietario. «Sono passati tre mesi – denuncia Silvio Violoni, proprietario di quel terreno – è vero che quella a Moscosi è per me una seconda casa, ma quei cavi in mezzo al cortile, così a terra non possono rimanere. Qualcuno li deve rimuovere».

Violoni ha contattato diverse volte il numero verde dell’assistenza clienti, provando a seguire tutte le procedure automatiche per la segnalazione del problema, ma è stato un nulla di fatto. «Non è facile parlare con un operatore vero e proprio – racconta – in quanto i numeri verdi attivano una lunga trafila automatica, tante volte non sono riuscito a mettermi in contatto. Alla fine ce l’ho fatta, o almeno, mi hanno aperto una pratica (n.11808338 del 22 febbraio 2021) e hanno preso in carico, almeno in teoria, il problema. Qualche giorno dopo, a fine febbraio sono venuti dei tecnici per effettuare un sopralluogo nella mia proprietà, hanno verificato che tipo di cavi erano e hanno detto che sarebbero venuti a rimuoverli. Ma quando? Pochi giorni dopo il sopralluogo ho ricevuto un messaggio dalla Tim che assicurava la presa in carico della questione e la garanzia che se ne sarebbero occupati, ma di fatto niente – conclude Violoni, impensierito dalla lungaggine dell’intervento – poi non ho avuto più notizie e quei cavi sono ancora lì».