Macerata

Cade in casa, muore la sera in ospedale per una emorragia. Due dottoresse a giudizio

E' accaduto il 25 gennaio del 2016, la vittima un'anziana di 87 anni. Per l'accusa i medici avrebbero ritardato la diagnosi delle fratture del bacino che avevano provocato un importante sanguinamento interno

Il tribunale di Macerata

MACERATA – Questa mattina il gup del Tribunale di Macerata, Claudio Bonifazi, ha rinviato a giudizio due medici, all’epoca dei fatti in servizio all’ospedale di Macerata, per omicidio colposo. Per l’accusa, per una serie di ritardi e omissioni, avrebbero provocato la morte di una maceratese di 87 anni. Il processo si aprirà a luglio del prossimo anno.

La vicenda risale al 25 gennaio di quattro anni fa. Quel pomeriggio Angela Sperante stava rassettando casa, quando inciampò su uno scatolone e cadde a terra. Una banale caduta che ebbe esiti tragici. Alle 17.15 l’anziana fu trasportata in ambulanza in codice Rosso nell’ospedale del capoluogo. Due ore più tardi andò in shock e fu trasferita nella sala emergenza del pronto soccorso. Sarebbe morta circa due ore dopo.

In base a quanto ricostruito dalla procura – il fascicolo è del sostituto procuratore Margherita Brunelli – alle ore 20.25 fu richiesta alla radiologa S.B., 40 anni di Porto Sant’Elpidio, una Tac toraco- addominale con mezzo di contrasto ma la refertazione fu conclusa solo alle 21.50. Secondo la ricostruzione accusatoria quel ritardo avrebbe fatto slittare la diagnosi delle fratture bilaterali del bacino e dell’importante sanguinamento che era in atto.

Per quanto riguarda la seconda dottoressa A.D.F., 43 anni di Penne, all’epoca medico del pronto soccorso, prese in cura l’anziana alle ore 20. Per il pm, in attesa del referto della Tac toracico-addominale arrivato in ritardo, non si sarebbe attivata per raggiungere la diagnosi sulle cause dello shock, omettendo di eseguire l’esame obiettivo/fisico della paziente e di adottare le terapie di contrasto dello shock, limitandosi a praticare solo l’ossigenoterapia.

L’avvocato Anna Quercetti

Ancora. Per l’accusa, una volta avuto l’esito della Tac, il medico non avrebbe provveduto ad instaurare alcuna terapia ad hoc attendendo altri 30 minuti prima di richiedere una consulenza chirurgica, limitandosi a somministrare 500 cc di soluzione fisiologica e a richiedere sangue al centro trasfusionale. Alle 22.20 il cuore dell’87enne smise di battere mentre era in corso la consulenza chirurgica. Il pm Brunelli incaricò il medico legale Marco Valsecchi di effettuare una consulenza e sulla base delle conclusioni del professionista chiese il rinvio a giudizio dei due medici per omicidio colposo.

Oggi l’udienza gup. Entrambe le dottoresse, difese dagli avvocati Francesco De Minicis e Mirko Ricci, respingono gli addebiti. Il legale De Minicis, che difende la radiologa, ha prodotto della documentazione che attesterebbe che il giorno della tragedia la Tac non funzionava. In aula oggi erano presenti anche gli avvocati Anna Quercetti e Daniele Stacchietti che si sono costituiti parte civile per alcuni dei parenti dell’anziana chiedendo un risarcimento di 300 mila euro.

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Per la Procura avrebbe percepito, senza averne diritto, 11.367 euro di indennità. I fatti sarebbero avvenuti tra il 2018 e il 2019. L’indagine scaturì da una segnalazione alla Guardia di finanza