Macerata

Braccianti irregolari e una discarica di liquami, sigilli a un’azienda agricola di San Ginesio

Il controllo è stato eseguito la scorsa settimana. L'invaso in cui convogliavano i reflui della stalla non era stato impermeabilizzato. Il titolare denunciato e sanzionato

SAN GINESIO – Due indiani irregolari trovati a lavorare nei campi e, poco distante, un invaso in cui convogliavano i liquami della stalla non impermeabilizzato. È quanto hanno trovato i carabinieri della Compagnia di Tolentino, guidata dal maggiore Giulia Maggi, la settimana scorsa quando hanno eseguito un controllo in un’impresa agricola di San Ginesio insieme ai colleghi del Nucleo ispettorato del lavoro, guidato dal maresciallo Martino Danilo Di Biase, e del Gruppo tutela del lavoro di Venezia. La ditta controllata ha circa 60 ettari di terreno con coltivazione di foraggio e un allevamento di circa 300 bovini da latte.

Accertamenti dei carabinieri

All’arrivo dei carabinieri è emersa subito la presenza di due braccianti indiani irregolari sul territorio nazionale, impiegati illegalmente e per questo il datore di lavoro e titolare della società agricola è stato denunciato all’autorità giudiziaria per l’impiego di manodopera clandestina. Contestualmente i militari hanno rilevato un’altra grave violazione, questa volta in materia ambientale: sul posto c’era un esteso invaso artificiale di circa 600 metri quadrati, appositamente scavato nel terreno, senza alcuna impermeabilizzazione, nel quale venivano convogliati con una pompa tutti i reflui zootecnici derivanti dalla conduzione della stalla, con un conseguente percolato finito nel terreno sottostante. A quel punto è stato richiesto l’intervento dei carabinieri Forestali di Sarnano che, una volta rilevata l’irregolarità, hanno contestato la violazione della normativa ambientale in materia di rifiuti e hanno sequestrato sia la “discarica” di liquami sia il sistema di pompaggio dei reflui.

Intanto i militari dei reparti speciali in materia di lavoro hanno rilevato violazioni sulla sicurezza, dall’aggiornamento del Dvr, alla mancanza di formazione e informazione dei lavoratori, all’assenza della designazione del medico competente e del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dei rischi. I militari hanno anche accertato il mancato invio dei lavoratori alle visite periodiche e relative alla valutazione dei rischi e hanno rilevato la presenza di lastre in acciaio per coprire l’area in cui i reflui della stalla andavano a confluire nella vasca di contenimento che lasciavano aperture pericolose per i braccianti impiegati. Mancavano infine le certificazioni di conformità di impianto elettrico e messa a terra, della cisterna del gasolio per il rifornimento dei mezzi agricoli, di silos per il mangime e della struttura metallica delle stalle.

I carabinieri hanno quindi proceduto al sequestro preventivo dell’azienda agricola applicando prescrizioni e ammende penali che prevedono come massimo edittale il pagamento di oltre 120.000 euro. Al titolare e legale rappresentante della società, un 50enne originario della zona, è stata applicata anche la maxi sanzione amministrativa per lavoro sommerso, di 32.500 euro

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