Macerata

“Blitz” di Bertolaso alla maxi terapia intensiva di Civitanova: «Pronto entro la prossima settimana»

Continuano i dubbi sul "Progetto 100". Il sindaco Ciarapica: «Quando la struttura sarà attiva, libereremo i reparti dei nostri ospedali». Il consigliere Busilacchi: «Assistenza per il principio di precauzione»

Il sopralluogo del governatore regionale Luca Ceriscioli con Guido Bertolaso al covid hospital in allestimento alla fiera di Civitanova Marche

CIVITANOVA – Entro la prossima settimana saranno ultimati i lavori per il “Progetto 100” di Civitanova Marche: ad annuncialo è l’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso che ieri, 29 aprile, durante un “sopralluogo blitz”, ha voluto toccare con mano l’avanzamento dei lavori alla Fiera della città rivierasca. «I lavori nelle Marche proseguono, per la fine della prossima settimana la struttura sarà pronta» ha detto Bertolaso.

«È impressionante quello che sta accadendo qui a Civitanova. Dall’ultima visita sono passati poco più di dieci giorni e in questo breve lasso di tempo gli stessi spazi sono stati trasformati ormai in un ospedale. I lavori procedono a una velocità straordinaria, ed è quello che abbiamo cercato fin dall’inizio, sicuri di mettere in piedi una attività all’interno della Regione di grandissima qualità e di alto livello – ha detto il presidente della Regione Luca Ceriscioli, presente ieri insieme all’architetto Nardo Goffi durante la visita dell’ex capo della Protezione Civile -. Era un tassello che mancava nel quadro più generale di contrasto alle pandemie. Avere una Regione che si dota di questi servizi significa avere una Regione più sicura. Saremo anche un esempio a livello nazionale visto che il Governo darà a tutte le Regioni l’obiettivo di dotarsi di strutture come queste e noi l’avremo già pronta quando gli altri inizieranno. Tutto questo avviene grazie ai donatori, grazie a chi lavora qui e grazie a Bertolaso e ai suoi collaboratori che h24 seguono il cantiere che procede a velocità incredibile».

«Stiamo parlando – ha sottolineato Bertolaso – di una realtà che a livello tecnologico è una delle prime in Italia quindi credo che nel corso delle prossime settimane pian piano tutti prenderanno piena consapevolezza di quanto è stato importante questo progetto. Sarà un esempio da esportare in tutto il Paese, su questo non ho il minimo dubbio. Mi auguro che il Ministro della Salute e il Ministro degli Affari regionali vengano qui mentre il cantiere è ancor aperto per rendersi conto che questo è un modello da replicare in tutta Italia. Oggi c’è l’emergenza Covid, poi avremo una seconda fase e può darsi anche che torni l’emergenza. Oggi è stato perdonato il ritardo nella risposta, domani nessuno perdonerà nessuno. È quindi importante organizzarsi per dare immediatamente a tutti i cittadini una risposta concreta e una soluzione a questo drammatico problema».

«L’8 e al massimo il 9 i lavori saranno finiti e devo ammettere che tutto sta procedendo molto velocemente, a tempi record – ha detto il primo cittadino di Civitanova Fabrizio Ciarapica presente anche lui ieri durante la visita di Bertolaso -. In totale saranno 84 posti, 24 di terapia intensiva e 24 di semi intensiva; questi ultimi potrebbero comunque diventare posti di terapia intensiva. Questa mattina è arrivata la tac da 128 strati, la migliore che esiste sul mercato. Anche le altre attrezzature sono arrivate, strumenti che lo stesso Bertolaso definisce “Ferrari” nel loro campo. La camera calda è stata montata ieri sera e l’ospedale “che tutti verranno a visitare” è quasi ultimato».

«Un centro specializzato è in grado di fronteggiare ogni tipo di emergenza e vorrei, nuovamente, stoppare le critiche che vengono mosse al progetto – ha continuato il sindaco -. La curva si è abbassata come dicono gli esperti ma il virus non è scomparso; nell’eventualità di un ritorno noi non ci facciamo trovare impreparati. Ci lamentiamo continuamente dei tagli alla sanità e ora che vengono fatti degli investimenti non vedo perché debbano esserci delle perplessità. In merito ai donatori poi, parliamo di tutte donazioni di scopo e chi ha deciso di destinare 5 euro o molto di più lo ha fatto esclusivamente per il “Progetto 100”».

Bertolaso e Ceriscioli durante il sopralluogo

«Infine non dimentichiamo che l’ospedale di Civitanova, come i nosocomi del territorio, beneficeranno del progetto perché quando la struttura sarà pronta, libereremo i reparti di terapia intensiva dei nostri ospedali i quali riprenderanno la loro funzione ordinaria – ha concluso Ciarapica -. Come ci è stato assicurato dalla direzione generale Asur e dalla Regione, dopo lo spostamento dei pazienti e la sanificazione di tutti i locali il nostro nosocomio tornerà alla situazione pre-emergenza».

Un progetto che però continua a essere al centro di dubbi e polemiche. Nei giorni scorsi il consigliere regionale Gianluca Busilacchi, capogruppo Articolo 1, ha rivolto – durante la seduta in video conferenza del Consiglio regionale – al presidente della Giunta Luca Ceriscioli un’interrogazione sul progetto. Lo scorso 17 aprile il consigliere Busilacchi, con urgenza, aveva chiesto di discutere l’atto ispettivo da lui presentato.

La perplessità sull’isolamento della Fiera di Civitanova rispetto ad altri presidi ospedalieri è stata al centro dell’interrogazione del capogruppo di Articolo 1. Busilacchi ha riconosciuto l’opportunità di garantire un’efficace e tempestiva capacità di assistenza per fronteggiare un’eventuale seconda ondata di contagi, «secondo un giusto principio di precauzione», e ha condiviso l’utilità di prevedere «ospedali covid», come indicato dallo stesso Ministero (e come ad esempio si sta facendo allo Spallanzani), sia per evitare diffusioni del contagio all’interno delle strutture, sia per alleggerire gli ospedali, in modo da consentire la regolare ripresa di tutte le attività “non covid”, ma ha espresso i suoi dubbi in merito alla lontananza tra la struttura civitanovese e gli altri ospedali.

«È utile ricordare – ha spiegato Busilacchi – che quando la scelta è stata assunta il picco dei contagi era previsto a metà aprile e servivano decisioni repentine. Era però necessario e utile chiarire le perplessità di molti, che erano anche le mie, sulle ragioni della scelta di una struttura come quella di Civitanova, rispetto ad altre possibilità alternative». L’interrogazione, prendendo atto del ritardo sulla partenza dei lavori, chiede di valutare poi delle soluzioni alternative.

Luca Ceriscioli e Guido Bertolaso

«Il presidente Ceriscioli nella risposta alla mia interrogazione ha spiegato che le strutture ospedaliere dismesse non avevano le caratteristiche tecniche per la realizzazione di un adeguato numero di posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva sul medesimo piano e che l’incremento marginale di posti letto in terapia intensiva nelle strutture esistenti è stata considerata una scelta diversa da quella del “Covid hospital” che è stata invece assunta come riferimento, anche con lo scopo, emerso dalle parole del presidente, di trasferire in questo polo dedicato tutti i malati Covid in terapia intensiva nelle Marche, consentendo di ottimizzare la gestione del personale sanitario. Rispetto infine alla ipotesi da me sollecitata, di creare una tensostruttura accanto a un preesistente ospedale, il presidente ha spiegato che non poteva essere attuata per mancanza di spazi sufficienti».

«Credo, trattandosi di una struttura allestibile e disallestibile, che sia comunque utile valutare anche in futuro la possibilità di trasferirla in un’altra sede, contigua a un ospedale esistente, come a esempio Torrette, così da poter dotare la regione in modo permanente di una struttura dedicata e pronta per eventuali nuove emergenze» ha concluso il capogruppo di Articolo 1.

Richieste di chiarimento arrivano anche dal sindacato dei medici e dirigenti sanitari con 660 iscritti Anaao Assomed Marche che chiede delle delucidazioni sul reclutamento del personale che verrà impiegato nella struttura: «Siamo convinti – dice il segretario regionale Oriano Mercante – che la lotta al Coronavirus si vinca con un’azione di intervento precoce e territoriale sui primi sintomi dei pazienti ottenendo così il risultato di arrivare il meno possibile all’utilizzo del mezzo estremo delle pratiche rianimatorie». Nell’Area Vasta 3 «pretendere esclusivamente dai medici del presidio ospedaliero di Civitanova di sopperire alle esigenze della nuova struttura rianimatoria Covid diventa insostenibile» puntualizza Mercante.

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