Macerata

«Ti ammazzo davanti ai figli», stalker condannato a otto mesi. Vittima un medico di 42 anni

Gli atti persecutori sarebbero iniziati quando l'uomo ha scoperto la nuova relazione della ex compagna. Le avrebbe anche inviato la foto della sua pistola Beretta

MACERATA – «Ti ammazzo davanti ai figli», «voglio vederti morta». Poi un’altra minaccia, ancora più esplicita, la foto di una pistola Beretta, la sua.

È stato condannato a otto mesi di reclusione per stalking un uomo di 43 anni. L’accusa, ritenendo la gravità delle condotte dell’uomo, aveva chiesto una condanna più pesante: due anni e otto mesi. La vicenda risale a qualche anno fa. A subire le minacce, ma non solo quelle, una dottoressa di 42 anni che all’epoca lavorava in un ospedale della provincia di Macerata. Dopo circa 15 anni di convivenza, nel 2018 la relazione fu interrotta. Incomprensioni e incompatibilità avevano reso impossibile la prosecuzione della convivenza. La rottura inizialmente sembrò non aver provocato particolari strascichi almeno fino a giugno dello scorso anno quando l’uomo è venuto a conoscenza del fatto che la ex aveva iniziato a frequentare un altro uomo.

A quel punto sarebbero iniziate le persecuzioni. Insulti, volgarità e poi le minacce di morte. «Ti ammazzo davanti ai figli», le avrebbe promesso, «voglio vederti morta» per poi inviare la foto della pistola (che all’epoca deteneva legalmente) facendole intendere che l’avrebbe raggiunta per mettere in atto le sue minacce.

Secondo l’accusa, ieri (15 luglio) sostenuta dal pubblico ministero Francesca D’Arienzo, il 43enne avrebbe cercato di conoscere gli spostamenti della ex per continuare a minacciarla, le avrebbe anche chiesto insistentemente i soldi, insomma l’avrebbe indotta a vivere nell’ansia e nella paura. Per questi motivi il pm al termine di una puntuale requisitoria ha chiesto la condanna a due anni e otto mesi di reclusione. Il giudice Daniela Bellesi, ha ritenuto le attenuanti generiche prevalenti sull’aggravante e ha condannato l’imputato a otto mesi. Il 43enne era difeso dall’avvocato Lorenzo Rossi.

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