Macerata

Istituti Storici Resistenza su mancato distacco docenti: «Nessun impedimento di legge»

Gli Istituti Storici della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Ascoli Piceno e Macerata, tornano sulla polemica sollevata nei giorni scorsi verso l'Ufficio Scolastico regionale

scuola, classe, banchi

ANCONA – L’Ufficio scolastico regionale delle Marche garantisce la «massima collaborazione» e «nessuna preclusione» nei confronti delle iniziative degli Istituti storici marchigiani, attribuendo la propria decisione unicamente «all’impossibilità per norma di legge» di distaccare personale docenti del Ministero della Pubblica Istruzione presso altri enti con oneri a carico dell’erario». Lo affermano gli Istituti Storici della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Ascoli Piceno e Macerata, che tornano sulla polemica sollevata nei giorni scorsi verso l’Ufficio Scolastico regionale reo di aver privato gli istituti dei docenti tradizionalmente assegnati.

L’Usr (Ufficio Scolastico regionale aveva replicato affermando che la normativa non consentiva il distacco del personale docente, ma «in realtà, tuttavia, non c’è alcun impedimento legislativo» affermano gli Istituti Storici della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Ascoli Piceno e Macerata. Sul tavolo anche la questione del piano di lavoro per il nuovo anno scolastico, «presentata all’inizio dell’estate e frutto della preziosa esperienza dell’Istituto Nazionale “Ferruccio Parri” di Milano e degli istituti marchigiani che ad esso fanno capo», che però «non è stata presa in alcuna considerazione dall’USR la proposta di un piano di lavoro per il nuovo anno scolastico».

Gli Istituti Storici marchigiani ribadiscono di non aver «chiesto all’Usr di distaccare personale docente presso di essi, ma di assegnarli all’Ufficio Scolastico Provinciale competente e utilizzarli nell’ambito delle attività culturali e scientifiche promosse dagli Istituti Storici, esattamente come è stato fatto negli ultimi anni da parte dello stesso Ufficio Scolastico Regionale. Dal momento in cui negli ultimi 3 anni la normativa nazionale non è cambiata, come mai ciò che è stato possibile fare in precedenza non può più esser fatto? I dati forniti in questi giorni dall’Istituto Nazionale “Ferruccio Parri”, alla cui rete gli Istituti Storici marchigiani aderiscono, – si legge nella nota stampa – testimoniano come ben 35 Istituti Storici a livello nazionale utilizzino personale docente di ruolo designato dai rispettivi Usr. Viene dunque da chiedersi come mai a livello nazionale gli Uffici Scolastici delle altre regioni siano stati in grado di trovare una soluzione per salvaguardare le attività promosse dalla rete Insmli».

«Riteniamo del tutto infondata – osservano – anche l’affermazione secondo cui tale servizio implicherebbe ulteriori oneri a carico dell’erario, in quanto, secondo quanto stabilito nell’art. 3 del protocollo d’intesa tra il Miur e l’Istituto Nazionale “Ferruccio Parri”, gli insegnanti da utilizzare sulla base di patti territoriali e/o convenzioni con altri enti vengono sostituiti da docenti che sono in organico di potenziamento già in servizio nella scuola di titolarità del docente utilizzato, senza quindi alcun onere a carico dello Stato. È solo in presenza di quest’ultima condizione che il distacco può avere luogo».

«La decisione dell’Usr – prosegue la nota – ostacola quindi gravemente il lavoro di ricerca e didattica della storia condotte sia nelle scuole che con la cittadinanza, e mette in discussione le esperienze altamente innovative e sperimentali avviate (come la rete regionale “Le Marche fanno Storie”), che avevano segnalato la nostra regione come modello virtuoso a livello nazionale. Ciò premesso, gli Istituti Storici intendono proseguire la propria azione formativa nelle scuole e sul territorio e ribadiscono la disponibilità già manifestata nel precedente comunicato a tornare quanto prima a un rapporto di collaborazione reale con le autorità scolastiche regionali, che confidano, stanti le ragioni sopra riportate, li possa portare ad avvalersi nuovamente di personale docente di ruolo già a partire dall’a.s. (anno scolastico, ndr) 2023-24».

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