Macerata

Consiglio regionale, un minuto di silenzio per Alika. Latini: «Condanna senza appello»

In apertura dei lavori è stata ricordata la morte dell'ambulante nigeriano ucciso venerdì a Civitanova Marche. La proposta del presidente Latini e del dem Carancini

Dino Latini, presidente Consiglio regionale

ANCONA – Alika Ogorchukwu, l’ambulante nigeriano d 39 anni morto venerdì scorso in pieno centro a Civitanova Marche, è stato ricordato in Consiglio regionale con un minuto di silenzio in Aula. L’iniziativa, proposta, in apertura dei lavori dal presidente dell’Assemblea Legislativa Dino Latini, era stata richiesta anche dal consigliere regionale del Pd Romano Carancini nel corso della conferenza dei capigruppo.

Il presidente Latini, nell’esprimere la propria solidarietà alla famiglia della vittima, ha ribadito la necessità dello Stato «di fornire una risposta adeguata nel condannare senza appello il responsabile», definendo l’episodio come un delitto efferato che «ha stordito la nostra comunità».

«Non ci sono parole per un assassinio tanto bestiale quanto futile – ha aggiunto -, perché non sarebbero adeguate alla risposta che uno Stato civile e democratico deve saper dare nel condannare senza appello il responsabile e nelle stesso tempo nel saper fornire rieducazione e cura. Il pensiero dei marchigiani è per la famiglia di Alika, una persona prima di tutto, poi cittadino del mondo e marchigiano elettivo».

Secondo Latini «la società liquida della spettacolarizzazione ha paralizzato chiunque fosse presente, impedendo di intervenire per fermare il delitto. A noi il dovere ineludibile che non ci siano più situazioni di questo tipo. Solo traendo la lezione di ricucire la tela bucata dei valori che l’assassinio di Alika ha svelato, il suo sacrificio umano non andrà perduto».

Intanto ieri all’ospedale di Civitanova Marche Alta s è svolta l’autopsia sul corpo di Alka. Dai primi riscontri dei medici legali l’uomo sarebbe morto per schiacciamento. In carcere a Montacuto, con l’accusa di omicidio volontario e rapina è recluso Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, operaio 32enne di Civitanova Marche.

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