Macerata

125 miglia per un respiro, l’emozione del civitanovese Gattafoni: «Accoglienza unica in tutte le città»

Il trentaseienne civitanovese Alessandro Gattafoni, affetto da fibrosi cistica, racconta l'esperienza della 125 miglia per un respiro

CIVITANOVA MARCHE – «Questa traversata è stata faticosa, però ne è valsa davvero la pena perché ho ricevuto una forte attenzione in ogni tappa ed è passato forte e chiaro il massaggio che volevo inviare». Sono le parole di Alessandro Gattafoni, trentaseienne civitanovese affetto da fibrosi cistica che ha deciso di portare la sua malattia all’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica attraverso una traversata in kayak dal nome ‘125 miglia per un respiro’.

Lo scorso anno Gattafoni partì alla volta della Croazia, stavolta ha deciso di cambiare rotta e raggiungere l’estremità della penisola, vale a dire Trieste. Il suo, però, è stato un percorso itinerante, che ha previsto diverse tappe «in ognuna delle quali l’accoglienza- ha ammesso Gattafoni – è stata spettacolare». Dunque, la partenza a Civitanova dal fosso Caronte, insieme all’equipaggio dell’imbarcazione ‘Desire’ capitanato dal canoista Daniele Scarpa, la mattina del 23 giugno, per raggiungere ale 18 il porto di Ancona. Poi, i giorni seguenti, onda su onda, remata dopo remata, Gattafoni ha raggiunto tutte le altre tappe in programma nell’iniziativa: Pesaro, Cesenatico, Chioggia, Venezia, Cavallino, Bibione e Trieste. Per ognuna di queste località erano previsti incontri e cene sociali con la Lega italiana fibrosi cistica del territorio, in cui discutere della malattia e raccogliere fondi a favore dell’attività promossa dalla stessa associazione. Infine, il 28 giugno lo sportivo marchigiano è arrivato nella capitale friulana, dopo un estenuante percorso fatto di difficoltà ed intemperie.

«In ogni zona d’Italia il calore è stato grandissimo – racconta Gattafoni – e sono contento di questa partecipazione. Da un punto di vista fisico, è stata davvero un’esperienza provante, perché ho riposato poco e pagaiato molto. Inoltre, le condizioni del mare non erano proprio agevoli alla navigazione. Ma attraversare Venezia in kayak è un’esperienza unica, con il passaggio nel Canal grande scortato dai gondolieri. Infine, l’arrivo nel centro storico di Trieste, al molo Audace: un passaggio sicuramente sofferto, ma allo stesso tempo molto emozionante. Il prossimo anno? Ho diverse idee in testa, le sto valutando. Sono indeciso tra il sud dell’Adriatico oppure la parte tirrenica per raggiungere la Corsica».

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