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Vini made in Marche al top

La produzione enologica della regione è prima in Italia per crescita qualitativa, lo dice Civiltà del bere incrociando i premiati delle principali otto guide enologiche nazionali. È il Verdicchio il marchigiano più premiato, con 14 vini (il 50% del totale) che hanno conquistato punteggi di eccellenza in almeno due pubblicazioni

Grappoli di uva

I vini delle Marche sono primi in Italia per crescita qualitativa secondo la storica rivista di settore Civiltà del bere, che nell’ultimo numero del “Il top delle guide vini 2017” ha incrociato i risultati delle principali otto guide enologiche nazionali per scoprire le etichette e le Cantine più apprezzate. Nonostante Verdicchio, Rosso Piceno, Pecorino, Rosso Conero e altre 16 doc pesino per appena il 2% della produzione enologica nazionale, i vini regionali hanno scalato le classifiche: 107 sono i vini made in Marche che hanno ottenuto almeno un riconoscimento di eccellenza, con un saldo positivo di 31 prodotti in più rispetto all’anno precedente.

È il record assoluto di crescita anche rispetto alle regioni più blasonate del Paese, in una classifica generale che vede il Piemonte scalzare la Toscana dal primo posto, seguita da Trentino Alto Adige e Veneto. E nei punteggi top delle otto guide (Ais Vitae, Bibenda, Cernilli, Espresso, Gambero, Maroni, Slow Wine, Veronelli) è il Verdicchio il marchigiano più premiato, con 14 vini (il 50% del totale) che hanno conquistato punteggi di eccellenza in almeno due pubblicazioni.

Per il direttore dell’Istituto marchigiano tutela Vini, Alberto Mazzoni, «la sfida che oggi dobbiamo saper vincere è quella del prezzo medio, perché il Verdicchio e altri prodotti marchigiani sono cresciuti negli ultimi anni più in qualità che in valore. Per questo dobbiamo far percepire ancora di più l’equazione tra qualità e “brand Marche” a buyer e consumatori del nostro prodotto enologico».

Tra best in class ovvero i vini che per “Civiltà del bere” hanno ottenuto il maggior numero di valutazioni di eccellenza nelle rispettive categorie (rosso, bianco, bollicine, dolci), è risultato il miglior bianco la Riserva di Verdicchio Classico di Jesi San Paolo 2013 di Pievalta – Barone Pizzini assieme ad altri tre vini top: il Gewürztraminer Nussbaumer 2014 Tramin, il Cervaro della Sala 2014 Antinori, la Ribolla 2008 Josko Gravner. Il San Paolo di Pievalta apre inoltre la strada ai vini top biodinamici (va detto che anche la Cantina madre Barone Pizzini è in pole position in Lombardia insieme a Il Mosnel, sul fronte dei Franciacorta). Nella classifica legata ai ‘Maestri’ – che premia le Case vinicole che negli ultimi tre anni hanno ricevuto giudizi di eccellenza da almeno tre guide su otto – figurano infine i marchigiani Bucci, Gioacchino Garofoli, Fattoria La Monacesca, Il Pollenza, Santa Barbara, Umani Ronchi, Velenosi e Oasi degli Angeli, che con il suo Kurni, Marche Rosso Igt 2014, è il primo vino marchigiano in classifica con sei giudizi di eccellenza su otto.

A stravincere la partita del Top delle guide vini 2017 è il toscano Tenuta San Guido con il Sassicaia 2013 che si è aggiudicato i voti d’eccellenza da tutte le otto Guide, così come già nel 2016 e nel 2015, per restare in anni recenti. A incalzare il Sassicaia 2013 ci sono due rossi abituati al vertice: il taglio bordolese trentino San Leonardo 2011 e il Primitivo di Manduria Es 2014 di Gianfranco Fino. Decisamente più affollato il terzo gradino del podio con ben 13 vini da 6 eccellenze, di cui cinque toscani e due piemontesi. A vincere la maglia della miglior bollicina è il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2005, mentre il Ben Ryé 2014 Donnafugata è il vino dolce più amato.

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