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Dress-code: cosa indossare e cosa evitare in ogni singola occasione

Ecco una smart-guide sull'abbigliamento da indossare in specifiche situazioni. Perché, in molti casi, anche l'abito fa il monaco ed è una forma di rispetto verso l'altro

Anche i ricchi piangono. E sbagliano l’abito. È stato questo il caso di un’Isabella Rossellini schernita dalla pluripremiata regista Lina Wertmüller durante la cerimonia degli Oscar di Los Angeles, lo scorso ottobre: il viola non è proprio colore che si addice alle vesti di un’attrice-traduttrice. Soprattutto sul palco di un evento elegante e festoso al contempo, quale quello di una premiazione. Unico commento possibile: le corna scaramantiche, e ironiche, della Wertmüller. Eppure sono molti gli strafalcioni da evitare per poter dire di conoscere almeno i rudimenti del galateo del ben vestire. Viene detto “dress-code“.

È quel complesso di norme per la scelta dell’abbigliamento giusto in ogni occasione, anche in un’ottica di rispetto verso il prossimo. Vediamo alcune “buone pratiche” per non farsi trovare impreparati nei contesti più vari.

  • Per uomini e donne in carriera

Iniziamo con le pillole di stile per l’outfit di tutti i giorni. Sul lavoro ci possono essere diverse possibili mise: per l’ufficio il casual è sempre ben accolto, anche nell’opzione smart-casual, uno stile misto più professionale, ma comunque comodo, o nel business-casual, che opta per tonalità tenui ed evita l’accessorio di troppo (che sia cravatta per lui o bijoux per lei). Per i più formali, inseriti nel management più strutturato, c’è poi il massimo della formalità: il full-business, che punta al classico. Giacca e cravatta, blazer sciancrato, little black dress, rigorosa camicia bianca (classico evergreen) e tailleur. Bando a barba e capelli incolti per gli uomini.

Vale sempre la regola del “less is more”: non eccedere, né con le nuance, né con i monili, né col make-up, né tantomeno con il profumo che, come insegnava Coco Chanel, s’indossa anch’esso.

Ai colloqui di lavoro il dress-code fa scegliere per il formale, o per uno stile più creativo e colorato, ma sempre senza esagerare. Le donne possono sdrammatizzare una camicetta o una scarpa dal tacco non troppo alto con dei jeans scuri, meglio se regular fit, non strappati né delavé.

  • Wedding time

Una tipica situazione in cui le domande sono spesso più delle risposte sono i matrimoni. È vero che la location ci fornisce indicazioni sul tono della cerimonia. E di conseguenza sullo stile del nostro abito: più classico per una villa d’epoca, più “easy” se all’aperto o in un agriturismo. Se siamo in chiesa è d’obbligo coprire le spalle, se gli sposi optano per il rito civile l’abbigliamento potrà essere meno tradizionale. Ma questo non basta…

Per essere sempre al top nel wedding day la regola numero uno è: scegli i colori giusti. Ovvero, evita la tripletta dei don’ts (“non fare”): rosso, total black e total white.

Il bianco è out al pari di qualsiasi altro colore dell’abito della sposa, per non rubarle la scena. Informarsi preventivamente per evitare figuracce è un must! Anche il viola, of course, è da lasciare nell’armadio. Al bando inoltre il total look in colori metallici. Meglio che in oro e argento siano solo dei piccoli dettagli ad illuminare.

Equilibrio è la parola d’ordine. Sulla lunghezza, l’abito lungo è una possibilità da prendere in considerazione per cerimonie serali o pomeridiane, bocciato invece per la mattina. Accettato il tubino, ma non troppo corto. Vanno evitati anche tacchi vertiginosi e abiti provocanti o eccessivamente trasparenti che scoprano parti del corpo come la schiena, il seno o le gambe. Agli altri invitati non interessa il nostro underwear! No anche agli shorts, ai blue-jeans e alle sneakers sportive. Per chi ama i pantaloni, concesso il completo a giacca, ma non in stile da ufficio.

In quanto agli accessori, no ai maxi cappelli in stile royal wedding, a meno che non siate invitati al prossimo matrimonio di casa Windsor (quello di Flora Ogilvy). Uniche invitate speciali che se li possono sempre concedere sono le mamme degli sposi. E la borsa? Sì a pochette e tracolle, no alla maxi-bag.

L’uomo dovrà optare per colori scuri, camicia bianca e cravatta. Per chi si sente più classico accettati anche i gemelli, ma assolutamente no allo smoking, concesso solo allo sposo, come anche la camicia nera o blu. Sì all’abbinamento cintura-scarpa, soprattutto optando per una calzatura in capretto liscio.

  • E ai funerali?

Il galateo funebre impone un outfit sobrio, puntando a tonalità neutre e scure (nero, marrone, blu notte, grigio). Anche bambini e bambine dovranno essere vestiti con colori non sgargianti, evitando abiti con fantasie appariscenti, scritte o disegni colorati.

Riconfermato come al matrimonio il divieto di scarpe sportive, tacchi troppo alti, trasparenze, spalle scoperte e scollature, optando invece per tagli semplici, che siano tailleur o completi con giacca e pantalone.

Da evitare occhiali da sole e cappelli all’interno della chiesa. Per chi non può proprio fare a meno del trucco, è buona norma scegliere un nude make-up.

  • Dress-code after five

È il dress-code dell’ora dell’happy hour. Per lui è indicato indossare un paio di pantaloni eleganti completato con una camicia chiara, a scelta anche giacca e cravatta. Per lei è ammesso un abito sopra al ginocchio, anche con colori accesi e vivaci.

  • Tra i banchi

Anche a scuola è ritornato un codice d’abbigliamento. Si parla anche di undress-code, in riferimento agli outfit vietati in classe. D’altronde è questo l’anno scolastico che è iniziato con proteste di presidi e docenti per look inappropriati degli studenti. In primis la dirigente scolastica che a Scampia ha vietato a un alunno di entrare a scuola a causa delle sue treccine blu, probabilmente ignara del forte valore simbolico, sociale e culturale che quest’acconciatura africana di più di duemila anni fa ricopre in molte culture.

Al di là del singolo fatto di cronaca, recenti circolari scolastiche hanno imposto il diniego a pantaloni sopra al ginocchio e a quelli strappati, oltre che alle canotte, alla vita bassa e a maglie troppo corte, anche nei mesi caldi. Parola d’ordine: decoro.

  • A teatro

Non è più il tempo in cui si tirano ortaggi all’eccessiva eleganza (smoking e abito da gala) degli spettatori del Teatro alla Scala. Il completo nero è sempre apprezzato per una serata in teatro, come anche giacca e cravatta, secondo i diktat tradizionali. Soprattutto nei teatri più importanti e in orario serale.

In contesti meno formali è anche accettato lo stile casual, puntando però a tonalità scure (blu e nero), con dettagli neutri. Anche il jeans è una buona scelta, se indossato con tacchi, gioielli e pochette.

Per gli uomini, anche a teatro, è buona norma abbinare la cintura alla scarpa. Non obbligatoria, ma ben accetta, la cravatta.

  • Cena di gala

Forse non capita così spesso ma, all’occorrenza, è bene conoscerne il galateo dell’haute couture. Fate attenzione se nell’invito alla cena di gala trovate la dicitura “black-tie”: in tal caso è d’obbligo l’abito lungo per la donna e lo smoking per l’uomo. Ben più formale il “white-tie”: per la donna il dress-code impone il lungo in chiaro e per l’uomo, in quest’unico caso, il frac.

Che sia in black o in white, la tinta unita è d’obbligo, anche se sono concesse piccole applique delicate negli abiti delle dame.

Che siate moderni fashion addicted o detentori dell’eleganza d’altri tempi, non potete non tener conto di queste semplici regole. Per essere adeguati in ogni situazione.

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