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Rifiuti elettronici (raee): ne produciamo 50 milioni di tonnellate l’anno

"Uno tsunami di rifiuti elettronici" è l'allarme dell'Onu che evidenzia come in realtà ci sia un bel vantaggio a smaltirli correttamente

I computer sono tra i principali rifiuti elettronici (Raee) buttati ogni anno
I computer sono tra i principali rifiuti elettronici (Raee) buttati ogni anno

“Uno tsunami di rifiuti elettronici“. Questo è l’allarme lanciato dall’Organizzazione internazionale del Lavoro delle Nazioni Unite (Onu) che prevede un futuro molto negativo per tutti i paesi alle prese con centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti provenienti da apparecchi elettronici (Raee) non correttamente smaltiti.

La quantità di RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) che ogni cittadino italiano, solo per fare un esempio, decide di buttare via ogni anno è enorme: secondo l’Unione nazionale consumatori (consumatori.it) tra computer, smartphone, radio e vari elettrodomestici, la quota ammonta a quasi 13 kg a testa (nel 2017 era ferma a 5kg a testa), cioè 780mila tonnellate all’anno.

A livello mondiale poi la cifra sale a ben 50 milioni l’anno. Una quantità incredibile che si traduce in difficoltà di gestione e in pericolosità delle scorie tossiche che producono questi ormai famosi raee. Se poi a ciò si aggiungono anche le scarse conoscenze sulle corrette modalità di smaltimento, ecco che il danno è fatto. Da qui per i prossimi anni.

Solo il 20% dei raee infatti viene smaltito correttamente, sfruttando quindi i centri ambiente e, in generale, i canali ufficiali di riciclaggio, tutelando quindi lavoratori del settore e ambiente. Ma, come per i rifiuti “tradizionali”, anche i raee sono preziosi: nel senso che il loro valore, e quindi il giro di affari che potrebbero generare, è stimato intorno ai 55 miliardi di euro.

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