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San Nicola o Santa Claus? Il lungo viaggio di Babbo Natale

Alla scoperta delle origini e delle trasformazioni di Babbo Natale, simbolo per eccellenza delle festività natalizie. Tra religione, leggenda e... spot pubblicitari

Babbo Natale, San Nicola e Santa Claus? Storia e leggenda spesso si intersecano, si confondono, si mischiano volutamente o meno sopratutto quando si parla di una tradizione globale tanto cara durante le festività natalizie.

Abbiamo provato a seguire il viaggio di Babbo Natale per capire come mai in diverse parti del mondo viene identificato in modi diversi dal nostro. Forse sono tre modi di identificare la stessa persona, o meglio lo stesso personaggio, fatto sta che ancora una volta la storia è più suggestiva della leggenda. Questa interessa però solo gli adulti perché i bambini ricevono regali e non fanno certo domande su chi siano i benefattori.

Tutto o quasi si rifà a San Nicola da Bari, il vescovo cristiano che nella capitale pugliese non c’era mai stato da vivo e che può vantare ora due chiese a lui dedicate a Bari, una cattolica e l’altra ortodossa.

San Nicola diventa famosissimo come Santa Claus o Babbo Natale, vestito con pantaloni bianchi e giaccone rosso, con folti capelli lunghi e ancora più folta e lunga barba bianca e guida una slitta trainata da sei renne… perché un disegnatore, agli inizi degli anni Trenta del Novecento, ne fa l’icona pubblicitaria della Coca Cola i cui colori ufficiali sono appunto il bianco e il rosso.

Tipica pubblicità della Coca Cola con il Santa Claus che oggi conosciamo tutti

La tradizione di portare doni ai bambini in date importanti è universale, ma Babbo Natale-Santa Claus sono famosi, accettati, fatti propri e usati su tutto il pianeta, mentre il santo vescovo cristiano è rimasto in fondo allo scenario storico-leggendario. Se è naturale che i bambini associno il Natale ai regali, forse lo è un po’ meno che credenti adulti associno la nascita del Cristo con cenoni, brindisi, sfavillanti luminarie e regali per tutti. E che la fredda e spoglia grotta di Betlemme sia attuale solo come elaborazione grafica a disposizione del bussiness.
Perché San Nicola è diventato così famoso come dispensatore di doni in mezzo pianeta? Come si è trasformato in Santa Claus nei paesi anglosassoni e negli Stati Uniti mentre è il Von NiKolaus in Germania? Proviamo a fare un po’ di ordine.

La storia di San Nicola
Nicola nasce attorno al 280 d.C. da genitori greci che abitano a Myra, città dell’antica Licia provincia dell’impero bizantino, oggi in Turchia, dove il cristianesimo si diffondeva rapidamente. Avviato agli studi teologici, Nicola rimane presto orfano e se ne prende cura un ricco zio vescovo. Appena diventa a sua volta vescovo Nicola eredita le ricchezze dello zio e le distribuisce ai poveri. Da qui la fama di “Nicola portadoni”. Ma questo non basterebbe a spiegare la fama intercontinentale del vescovo.
La leggenda indica due circostanze miracolistiche per le quali forse Nicola fu fatto santo: un nobile finito in miseria non poteva dare alle tre figlie in età da marito la dote indispensabile e le giovani sarebbero divenute prostitute per sopravvivere. Nicola, senza farsi vedere, fece scivolare da una finestra tre palle d’oro che servirono allo sventurato per acquistare la dote per ognuna e rimettersi in beneficio. Per questo nelle icone della semidistrutta chiesa cristiana di Myra, san Nicola tiene in mano tre palle d’oro.
L’altra leggenda racconta di un oste che aveva ucciso barbaramente cinque bambini e li aveva dati in pasto agli ignari avventori. San Nicola fermò l’oste orco e resuscitò i cinque ragazzini. Da allora viene venerato anche come protettore dei bambini, specialmente poveri, soprattutto nel nord Europa.
E ancora: la pietra tombale del santo cristiano a Myra, trasudava di un liquido misterioso che, nei secoli, venne ritenuto “un olio o un unguento” benefico per ogni male. E siccome i marinai girano il mondo, la fama del vescovo miracoloso non ebbe confini. Quel liquido si riproduce ancora oggi ed è chiamato “la manna di San Nicola” anche se le analisi scientifiche dicono che è “similare all’acqua purissima, forse dovuta all’umidità assorbita dalla pietra tombale e poi trasudata”.

San Nicola con i regali, personaggio che ha ispirato il moderno Babbo Natale

L’arrivo a Bari
Durante il dominio normanno la città di Bari aveva perduto il ruolo di residenza del catepano e non era più la capitale del regno bizantino, quindi i baresi pensarono ad un programma di rilancio: le reliquie di un santo importante significavano prestigio e guadagni dalle visite di tanti pellegrini. Allora pensarono che l’unica soluzione fosse lo scheletro di quel vescovo cristiano dalla tomba di Myra. Erano abili gli amministratori baresi e motivarono il blitz fatto da una cinquantina di marinai e sacerdoti, con il fatto che l’ex provincia bizantina e cristiana era diventata musulmana. E non correva certo buon sangue tra cristiani e islamici.

San Nicola
San Nicola

Fatto sta che i “salvatori” costrinsero i monaci di Myra a farsi consegnare “le parti predominanti” – dicono i testi storici – dello scheletro di San Nicola che portarono a Bari. Qui costruirono subito, in due anni, una chiesa apposita in stile romanico ingrandita e impreziosita successivamente fino a diventare basilica. Bari aveva il suo santo importante e la campagna di promozione (diremmo oggi) fu assai efficace. Ma anche Venezia, mitica e potente repubblica marinara, “salvò” o si fece consegnare le reliquie di San Nicola a Myra e, al Lido, costruì una grande chiesa dedicata al vescovo santo. Inevitabile l’annosa disputa tra Bari e Venezia sulla proprietà e l’importanza dello scheletro del santo. Ma altre piccole reliquie di San Nicola si trovano in una decina di chiese sparse nel Nord Europa e questo avvalora la fama internazionale del santo, protettore di bambini, marinai, farmacisti, mercanti, arcieri, prostitute, avvocati, prestatori di pegno, detenuti. Oltre che patrono di Bari (assieme a san Sabino), Amsterdam e della Russia.

Il culto di San Nicolò (o Nicola) fu portato successivamente a New York dai coloni olandesi (è infatti il protettore della città di Amsterdam), sotto il nome di Sinterklaas. Questo nome fu poi tradotto in Santa Claus (o Klaus), ed ecco… Babbo Natale! Un Sinterklaas americanizzato in Santa Claus, che non ha più le caratteristiche vescovili di San Nicola ma viene rappresentato come un corpulento marinaio olandese avvolto in un mantello verde e con la pipa in bocca. Sembra che l’aspetto moderno di Santa Claus, ovvero un vecchio signore pienotto, con vestito rosso e barba bianca, portatore di doni, derivi per lo più da immagini pubblicitarie americane.

Nikolaus ovverso il San Nicola della tradizione del Nord Europa portato in America dagli olandesi megio conosciuto come Santa Claus

La ricorrenza del 6 dicembre
Nell’Europa del Nord come pure in Russia, Santa Claus-Babbo Natale si festeggia il 6 dicembre (ricorrenza della morte del santo), quando i bambini lasciano scarpe o stivali sotto la finestra della camera, o vicino al focolare e – se meritevoli – al mattino li trovano pieni di dolci e leccornie.
In Italia Babbo Natale è molto più recente e per nulla legato a San Nicola. Fino alla seconda guerra mondiale, il Natale era soprattutto o esclusivamente una ricorrenza religiosa, ma già i soldati americani e inglesi introdussero le primizie di Santa Claus. E la Coca Cola fece il resto nei decenni successivi.
Potrebbe essere una strenna natalizia 2019, raccontare ai bambini (e non solo) la storia di quel vescovo travestito da Babbo Natale e Santa Claus, che porta doni ai bambini meritevoli.

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