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Questione di tappo, il vino dice addio al sughero

All’estero è già una realtà, in Italia meno, ma alcune aziende della Vallesina si sono già adeguate. A rimpiazzarlo quello a vite, cosiddetto stelvin, che garantisce maggiore sicurezza per il produttore e il consumatore

All’estero è già una realtà, in Italia meno ma alcune aziende della Vallesina si sono già adeguate. Il tappo di sughero sarà ben presto rimpiazzato dal tappo a vite, cosiddetto stelvin, che garantisce maggiore sicurezza per il produttore e il consumatore. «Il tappo in sughero è un prodotto naturale, non si deteriora, non fa passare l’aria, è elastico ed è ideale per una lunga maturazione del vino – spiega Luca Civerchia, vice delegato dell’Associazione Italiana sommelier delegazione Jesi e Castelli – L’unico difetto, se così vogliamo chiamarlo, è che quando il vino sa di tappo il responsabile è lui. In questi casi il vino viene rimandato indietro e il produttore, che non può prevedere questo risultato, ci rimette». Rischi che, di questi tempi in particolare, non si possono correre. Ecco uno dei motivi per cui il tappo a vite sta sostituendo quello in sughero, con buona pace del consumatore che troverà sempre più bottiglie con la chiusura stelvin.

Il sommelier Luca Civerchia

Il tappo a vite è meno poetico ma più sicuro, soprattutto nel trasporto: «I container arrivano a temperature elevate, questi tappi quindi sono una garanzia di qualità e buona conservazione del prodotto. Certo la scelta del tappo dipende dal tempo di maturazione del vino ma i vini esteri, soprattutto neozelandesi, utilizzano solo quelli stelvin. Solo Italia e Francia ancora utilizzano quelli in sughero ma la poesia sta per finire: anche in zona ci sono produttori che scelgono quello a vite per i prodotti di punta».

«Va detto che – continua Civerchia – esistono anche altri tipi di tappo: il “misto”, ottenuto da una lavorazione del sughero, che per intenderci è quello che a volte si sbriciola quando usiamo il cavatappi, e che non si utilizza quasi più nell’imbottigliamento, e quello in silicone. Anche quest’ultimo è utilizzato poco: ha il vantaggio che non si modifica a differenza del misto, ma fa passare l’aria ed è quindi adatto solo per vini giovani e la bottiglia non può stare in orizzontale». Decisamente diverso il discorso per le birre: «Rispondono più alla necessità di consumarle ovunque, quindi nascono i tappi che si svitano senza cavatappi. Solo alcune lo hanno in sughero, belghe soprattutto, ma il tappo a corona è il più sicuro. Quelli più sicuri hanno una patina protettiva attaccata al tappo che impedisce alla birra di avere un sapore metallico come a volte accade, nelle produzioni più economiche».

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