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Lo shopping del futuro: cestelli computerizzati, droni e realtà aumentata?

Quali strumenti sta mettendo in campo la tecnologia per migliorare l'esperienza di shopping e farci sprecare meno tempo? Ecco alcune idee in fase di sperimentazione

RegiRobot
Ogni giorno la tecnologia ci sorprende con soluzioni che provano a renderci la vita sempre più facile in ogni suo aspetto, compreso, ovviamente, quello che ci vede indossare le vesti del consumatore. In questo senso, negli ultimi giorni hanno fatto molto scalpore i test positivi ottenuti durante la sperimentazione in un supermercato di uno speciale cestello per la spesa progettato da Panasonic.
Ribattezzato RegiRobot (abbreviazione di Register Robot), è un cestello che, appunto, registra, tramite specifici ‘tag’ i prodotti che vi si mettono, permettendoci da un lato di tenere continuamente aggiornato il costo della nostra spesa e dall’altro, arrivati all’uscita, di farci comodamente imbustare il tutto e pagare uscendo in breve tempo. In pratica, uno dei sogni di chi considera sprecato ogni minuto di troppo passato nelle corsie o alle casse di un supermercato.
In realtà, RegiRobot è la punta dell’iceberg di quanto si sta sperimentando a livello di tecnologia nei negozi, reali e virtuali, di tutto il mondo. Con ogni probabilità – e stiamo parlando di progetti già in fase di sperimentazione più o meno avanzata, un giorno avremo dei robot come assistenti personali che ci sapranno suggerire i prodotti ideali sfruttando semplicemente il riconoscimento facciale, oppure droni che ci porteranno a casa in pochi minuti il pacco della spesa ordinato con un telefonino.
Uno degli sviluppi più importanti in quest’ottica ‘futuristica’ riguarda senza subbio l’adozione di sistemi legati alla cosiddetta ‘realtà aumentata‘, che spesso associamo in modo un po’ troppo semplicistico ai classici videogames.
Due esempi? Lo ‘specchio magico‘ creato dall’azienda britannica di cosmetici Charlotte Tilbury, che permette di sovrapporre digitalmente sul proprio volto una serie di trucchi poi acquistabili online, e, per chi abbia una passione per i motori, il Jeep Compass Visualizer, un’applicazione che permette di ‘ricreare’ un esemplare virtuale della Jeep Compass in scala 1:1 in una concessionaria, tutto in base alle proprie preferenze, dal colore della carrozzeria al tipo di cerchi per le ruote.
A questo punto è ovvio chiedersi quale possa essere il futuro dei negozi ‘normali’ di fronte all’avanzare della tecnologia. A rispondere al quesito ci ha provato Tom Chapman, uno dei fondatori – curiosamente – di un negozio online, MatchesFashion.com.
In un’intervista al New York Times ha dichiarato: «I negozi e la capacità di organizzare eventi e situazioni particolari rimarranno opportunità di mercato fondamentali. Bisognerà selezionare con maggiore accuratezza i prodotti e offrire ai clienti qualcosa che vada oltre il semplice acquisto. Servirà sempre e comunque, e questo vale in una certa misura perfino per lo shopping online, una dose di rapporto umano che vada oltre la scelta dell’oggetto e l’utilizzo di di una carta di credito».
Ecco allora che i proprietari dei negozi ‘fisici’ stanno già percorrendo strade innovative, come il caso di Story, a Manhattan, il cui creatore, Rachel Shechtmann, ha deciso di stravolgere ogni due o tre mesi cambiandone design, tipologie di prodotti e, ovviamente, tutto il marketing a esso collegato.
«Se il tempo è davvero l’ultimo stadio del lusso e quindi la gente vuole essere ripagata profumatamente per le ore che ti concede, ecco allora che bisogna dare al cliente un motivo davvero valido per farlo venire di persona in un negozio rinunciando ad acquistare dal pc», ha sottolineato Shechtmann.
In fondo, forse, la regola è sempre quella citata da Benjamin Franklin: il tempo è denaro e bisogna dare un motivo sempre migliore alla gente per ‘spenderlo’. Ieri, oggi e domani, sfruttando la tecnologia ed evitandone i tranelli.

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