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Iliad, ecco il “butterfly effect” sul mercato italiano della telefonia mobile

La compagnia francese è attiva da pochi giorni nel belpaese e già si riscontrano i primi effetti: molte aziende rivali hanno adeguato le proprie tariffe

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Uno scossone nel mondo della telefonia mobile è arrivato dalla compagnia francese Iliad. Si tratta di un nuovo gestore che è entrato nel mercato italiano dopo la fusione tra Wind e 3 Italia e che sta tentando di accaparrarsi clienti con tariffe stracciate, anche se frutto di offerte limitate a un numero definito di nuovi utenti.

Non proprio un nuovo gestore dato che iliad è proprietaria del marchio Free Mobile con il quale opera in Francia e altrove, ma un gestore che da quarto perno della telefonia mobile in Italia, si appresta a divenire sempre più rilevante. Come? Attraverso una politica decisamente spostata verso l’utente, una strategia incentrata sulla trasparenza dei costi e una copertura che sta di fatto arrivando in tutto il belpaese.

Certo, oggi tutti noi siamo “abituati” (o lo stiamo divenendo) al 4G. E qui troviamo il primo ostacolo: la copertura Lte non è ancora completa mentre il 2G e 3G è un po’ più capillare. Potrà contare su oltre 6000 antenne e ripetitori di proprietà, acquisite dopo la fusione tra Wind e 3 Italia ma sono ancora poche rispetto a Tim o Vodafone che ne contano più del doppio.

Il primo gancio con l’utente italiano è quello del prezzo basso, conveniente, quasi stracciato: al momento c’è una tariffa unica per il primo milione di clienti che passeranno alla compagnia telefonica francese acquistando una sim Iliad (ecco dove) e prevede minuti illimitati, sms illimitati e 30 Gb di internet in 4G+.
Anche all’estero Iliad punta sulla convenienza: rimangono minuti e sms illimitati mentre sono 2 i Gb per navigare in internet quando si è fuori dall’Italia.

Di contro – secondo ostacolo – però non esistono (e per il momento non sono in cantiere) tariffe e offerte per la telefonia fissa. È un problema per molti utenti che hanno telefonia mobile e fissa assoggettate allo stesso operatore con costi ridotti proprio perché uniti. Ma dalla compagnia sono arrivate implicite rassicurazioni: nulla è escluso.

Parlavamo però anche di trasparenza: argomento molto delicato in Italia dove molti clienti si spostano di continuo da un operatore all’altro per via dei costi nascosti, quali per esempio, la segreteria telefonica, il servizio “richiamami”, l’hotspot e voci simili che fanno lievitare il costo mensile, pur se utilizzate raramente.

Il terzo ostacolo riscontrato – a cui si sta già ponendo rimedio – è che per gli utenti italiani l’ip risulta francese: ciò significa che alcuni servizi vengono geolocalizzati erroneamente e possono risultare non disponibili. Anche dopo il passaggio a ip italiano, però, rimane il problema del ping alto, ovvero quel tempo di risposta che intercorre tra il nostro dispositivo e il server del provider che usiamo, con conseguente rallentamento della navigazione o dell’aggiornamento dei vari servizi.

Se per molti Iliad non rappresenta granché a parte lo slogan pubblicitario (“Pronti per la rivoluzione?”), si pensi che Fastweb, Tiscali, Poste Mobile e altri sono già corse ai ripari aumentando la dotazione di minuti, giga e sms delle proprie offerte a parità di costi o elaborando nuovi piani tutti da valutare. Un effetto “farfalla” di non poco conto per essere sul mercato solo dal 29 maggio scorso.

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