Lifestyle

Come trasformare lo smartphone in un personal trainer

Sempre più persone fanno attività fisica connettendosi ad app che misurano i movimenti, le calorie bruciate, i battiti cardiaci, i km percorsi. L'intervista a Francesco Gioacchini, direttore tecnico del centro sportivo Conero Wellness di Ancona e consulente Technogym

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Attività fisica sì, ma sempre connessi! Che sia indoor o outdoor, l’importante è avere attive app che misurino i movimenti effettuati, le calorie bruciate, i battiti cardiaci, i km percorsi. La tecnologia avanza e diventa protagonista del benessere. Continuamente nascono nuove applicazioni per smartphone, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Il volersi sentire bene, belli e in forma spinge a muoversi rimanendo costantemente collegati al proprio dispositivo. Un’altra grande innovazione tecnologica legata alle app è la possibilità di fare esercizi comodamente da casa, senza dover necessariamente uscire per fare attività fisica. In un mondo che va sempre più veloce, dove il tempo sfugge di mano e il lavoro assorbe gran parte della giornata, seguire il proprio piano di allenamento da casa può rivelarsi un’ottima soluzione per chi ha i minuti contati.

 

Abbiamo chiesto a Francesco Gioacchini, direttore tecnico del centro sportivo Conero Wellness di Ancona e consulente Technogym, come questa rivoluzione tecnologica abbia inciso nel mondo del benessere e come sia cambiato l’approccio all’attività fisica degli utenti e degli stessi professionisti del settore.

Per quale motivo le persone hanno la necessità di monitorare costantemente la propria attività fisica?
«La motivazione cambia da persona a persona. Gli atleti monitorano le loro prestazioni per verificare il raggiungimento degli obiettivi prefissati e quindi per prepararsi a gare e manifestazioni, migliorando di volta in volta le proprie performance. Alcune persone hanno bisogno di allenarsi in sicurezza rispettando i parametri indicati dal proprio medico o dal trainer di riferimento; altre sono tendenzialmente attratte dai devices (braccialetti, orologi ecc…) perché rispecchiano la moda e i trend del momento. In ogni caso, app e dispositivi fungono da leve motivazionali».

Come è cambiato il mondo del fitness-wellness con le app?
«Il principale cambiamento riguarda l’attività “self made” in quanto le applicazioni rendono possibile l’allenamento anche in casa e quindi, non necessariamente legato ad un abbonamento in palesta o al supporto di un professionista. Il mondo del fitness e wellness sta cercando di adeguare la propria offerta proponendo sempre più servizi di assistenza anche da remoto. Crescono velocemente le attività online dei Trainer. Un esempio concreto di questo fenomeno è il coaching. Attraverso le app e i dispositivi è possibile tracciare e analizzare l’attività del cliente, quindi fornire consulenze e supporto motivazionale».

App per monitorare l’attività fisica

Queste app funzionano? Gli utenti sono soddisfatti?
«L’utente “connesso” è sicuramente soddisfatto e motivato all’utilizzo di questi dispositivi. In molti casi i risultati e le prestazioni vengono anche condivise sui social network e diventano oggetto di forum e discussioni».

Quali sono le più utilizzate? «A questo proposito è necessario fare una precisazione. Da una parte ci sono app in grado di misurare, monitorare e quindi tracciare direttamente le attività che le persone svolgono. Le più utilizzate sono: Strava, RunKeeper, MyFitnessPal, MapMyFitness, Technogym App. Dall’altra parte ci sono applicazioni legate ai devices. In questo caso, il tracking della quantità di moto è senza dubbio più preciso e attendibile. Queste le app più utilizzate: Fitbit, Polar, Garmin. Chiaramente ci sono molte altre applicazioni. Bisogna inoltre considerare la possibilità di tenere traccia della propria attività semplicemente attivando il sensore di movimento del proprio smartphone. Per quanto riguarda Samsung, l’app è Samsung Healt; per Apple invece, l’app si chiama Salute».

Come è cambiato il suo lavoro?
«Smart working, ovvero la possibilità di lavorare da dove, come e quando preferisco. Questo in estrema sintesi è il cambiamento principale e il vantaggio che questo processo di digitalizzazione sta portando nella mia professione».

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