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Come creare un ambiente a misura di bambino? Uno sguardo al “metodo Montessori”

La casa è il primo luogo che il bambino esplora e scopre, in cui sperimenta le sue prime emozioni e sensazioni. L'approfondimento con la pedagogista Silvia Ferretti

La nascita di un bambino comporta una serie di cambiamenti nelle case delle persone: si progetta la cameretta, il suo angolo per giocare, il luogo dove si cambia il pannolino e tutto ciò che serve ad un bambino. Man mano che il bambino cresce, con lui cambiano le esigenze: egli necessita di più spazio per muoversi e gattonare, più oggetti da maneggiare e scoprire, odori da sentire e suoni da ascoltare. La casa, per il bambino, è un luogo fondamentale, perché è il primo luogo che esplora e scopre, in cui sperimenta le sue prime emozioni e sensazioni, per questo è importante che sia ben organizzata e ben predisposta per le sue attività in ogni fase della sua crescita. La famiglia ha il compito di crescere il bambino adeguatamente, rendendo la casa un luogo adatto e sicuro per il suo sviluppo e le sue scoperte.

Come possono mamma e papà rendere ogni angolo della casa a misura del proprio bambino?
Il metodo Montessori

I principi fondamentali del metodo Montessori forniscono indicazioni per affrontare l’educazione dei bambini all’insegna dell’autonomia e del rispetto, tramite un ambiente organizzato in funzione del bambino.

La pedagogista Silvia Ferretti

Osservando l’innato desiderio di imparare dei bambini, e assumendo il punto di vista della psicologia dell’età evolutiva, Maria Montessori ha creato una pedagogia unica e universale, che si è diffusa rapidamente nel mondo. Questo metodo educativo pone al centro dell’apprendimento il piacere, l’entusiasmo, la curiosità e l’autonomia del bambino. L’obiettivo è sviluppare il movimento armonico e controllato del piccolo, proponendo un ambiente in cui possa spaziare in libertà, e avendo a portata di mano giochi e materiali vari per imparare gradualmente a maneggiare gli oggetti e a svolgere da solo le attività quotidiane.

Nella cameretta del bambino si possono disporre degli scaffali che siano di facile accesso dove riporre i giochi e i libri. Per quanto riguarda il lettino è bene sapere che quanto è più basso e facile da usare, tanto più il bambino si sentirà autonomo e indipendente.

Dai due anni e mezzo i bambini iniziano a volersi vestire e svestire da soli, quindi si può far sì che il piccolo sperimenti senza intervenire subito. Quando avrà raggiunto una certa velocità, si possono lasciare i vestiti sul letto in modo tale che riesca a vestirsi da solo. In bagno è consigliabile mettere un gancio dove il bambino possa appendere il suo asciugamano e utilizzarlo dopo aver lavato le mani, e nell’ingresso un altro gancio dove possa appendere il suo giubbotto insieme a quello di mamma e papà.

Ai bambini piace molto rendersi utili, ma spesso gli adulti per mancanza di tempo, non assecondano questa loro inclinazione. Secondo Maria Montessori è importante ritagliarsi degli spazi in cui condividere insieme dei lavori domestici, per esempio, apparecchiare e sparecchiare, lavare i piatti e stendere i panni. A seconda dell’età il bambino va incuriosito e invogliato ad aiutare in casa, rendendolo parte attiva di piccole ma significative azioni.

C’è un altro oggetto che risulta molto invitante agli occhi del bambino. Qual è? Lo sgabellino!

Regalare lo sgabello al bambino significa regalargli piacevoli sensazioni: la soddisfazione di poter lavare i denti da solo e la contentezza, con il suo notevole risvolto affettivo, di stare accanto al genitore in cucina, lavando le zucchine o l’insalata! Infatti, manipolando, travasando, giocando con i cinque sensi, confrontando, osservando, autocorreggendosi, il bambino ha la possibilità di sviluppare, attraverso l’esecuzione delle varie attività, la propria creatività, l’apertura mentale e la fiducia in se stesso.

Cosa possono fare i genitori, oltre all’aspetto pratico-logistico per favorire in casa lo sviluppo del bambino?

Riflettendo su quanto detto poco fa, il compito del genitore, dunque, non è quello di sostituirsi al bimbo in tutto, ma piuttosto di aiutarlo a conquistare la capacità di fare da sé  e a raggiungere la propria autonomia. Questo è il concetto fondamentale della pedagogia montessoriana, che si può riassumere con le parole di Maria Montessori: “Aiutami a fare da solo”, che rappresenta per il bambino la possibilità di assaporare il piacere della scoperta.

Aiutare è il contrario di servire. Il bambino sempre servito ha bisogno dell’altro per compiere qualsiasi azione. Questo lo renderà dipendente e quindi insicuro nell’agire. Nel confronto con gli altri il bambino troppo servito si sentirà inferiore perché incapace di fare da solo e sempre bisognoso dell’aiuto degli altri.

Un’azione pedagogica efficace, invece, risponde ai desideri e ai bisogni dei bambini, li aiuta accompagnandoli nel raggiungimento della propria indipendenza attraverso attività soddisfacenti che li rendono capace di agire da soli.

Il “periodo sensitivo all’indipendenza”, come lo definisce la Montessori, inizia circa nel primo anno di vita, quando i bambini chiedono autonomia con tutta la forza che possiedono, ma l’adulto interpreta queste richieste forti come capricci e non legge il bisogno vitale del bambino che sta dietro l’episodio di collera. La richiesta di indipendenza rappresenta proprio una sensibilità del bambino e deve essere soddisfatta nel momento opportuno, ovvero quando ne dimostra l’esigenza, altrimenti è troppo tardi e come tutti i periodi sensitivi, raggiunta una determinata età svanisce.

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Ma il bambino deve crescere con una libertà incondizionata? Certamente no!

Crescere in maniera autonoma e libera, non significa vivere senza limiti. Anzi, al genitore viene chiesto di ricercare quel difficile equilibrio tra lasciar fare e sperimentare accompagnando e non sostituendosi all’azione del bambino, nel rispetto di una serie di regole e avendo la capacità di essere coerenti dicendo di no quando è necessario.

Concludendo…Mamma e papà si adopereranno per trasmettere al proprio cucciolo, nella vita quotidiana dell’ambiente familiare, quei principi capaci di infondere e far germogliare in lui i semi del sapere, insegnandogli ad agire in modo autonomo. Rivolgendo una particolare attenzione all’armonia estetica dell’ambiente che conduce il bambino a sviluppare il senso dell’ordine e l’amore per l’ambiente in cui vive.

Rivolgendo una particolare attenzione alle emozioni e ai desideri che abitano nell’ambiente interno del bambino, che si nutre di amore. Cura e premura. Che si nutre di casa.

Silvia Ferretti, pedagogista
Tel. 347 1782948
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