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Carnivori per dissociazione

Jonas Kunsta e Sigrid Hohle, due studiosi dell'Università norvegese di Oslo, hanno indagato il motivo per cui si mangia carne pur amando gli animali.

Sebbene ai vegetariani possa sembrare assurdo, e ai vegani fantasia pura, chi mangia carne molto spesso è anche un amante degli animali. L’Università norvegese di Oslo ha studiato i meccanismi mentali che regolano l’assunzione di carne e pesce negli onnivori. Come è possibile che riescano a cibarsi di carne, se sono sempre e comunque consci della sofferenza che gli animali vivono negli allevamenti e nei macelli?

Effettivamente, nessuno è capace di restare indifferente ai tanti video sui maltrattamenti, ai dati sugli antibiotici che polli e mucche sono costretti ad ingurgitare, alle condizioni igieniche allarmanti degli allevamenti.

Lo studio, pubblicato lo scorso ottobre, chiamato “Carnivori per dissociazione“, cerca di indagare i meccanismi di rimozione che entrano in atto di fronte alla carne. Gli studiosi hanno scoperto che la reazione che le persone hanno dipende da come viene presentata la carne nel piatto, e da come la si chiama nel menù.

Jonas Kunsta e Sigrid Hohle hanno portato avanti cinque studi, osservando più di 1000 volontari onnivori tra Norvegia e States, a cui sono stati sottoposti cibi con carne e vegetariani. La domanda alla quale i due studiosi hanno cercato una risposta è: in che circostanze e quali piatti vengono rifiutati? Così sono riusciti a comprendere quali sono i principi di rimozione più diffusi.

Ad esempio, invece che cotoletta e bistecca, nel menù è stato scritto maiale e mucca e la pubblicità della carne presentava animali vivi. Alcuni esperimenti anche visivi: i maiali sono mostrati interi, con o senza testa. Quelli con la testa hanno creato disgusto, con predilezione per i piatti vegetariani.

I risultati? La scelta è stata ridotta rispetto ai piatti con carne. Secondo Jonas Kunsta, meno le persone ricollegano il contenuto del piatto ad un animale, più mangiano carne. In psicologia, questo distanziamento è detto “dissonanza cognitiva“, e questo è il primo studio scientifico a dimostrarne la verità. Mangiamo carne perché ci piace il suo gusto, ma se la nostra mente comprende che si tratta di un pezzo di animale morto, ci avviciniamo a vegetali e frutta.

La mente, dunque, cerca di non collegare la carne all’animale.«Meno la gente pensa che il cibo fosse prima un animale e più si sente a suo agio nel mangiarlo», si legge nella ricerca.

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