Jesi-Fabriano

Jesi, la vertenza Caterpillar a Propaganda Live

Diego Bianchi in arte "Zoro" ha acceso i riflettori sulla vicenda della multinazionale che intende chiudere il sito produttivo jesino e licenziare 260 lavoratori

Diego Bianchi di Propaganda Live intervista un lavoratore della Caterpillar (foto presa dalla pagina Facebook di Propaganda Live)

JESI – «Io come operaio, come persona, valgo meno di un cilindro». Francesco Arcangeli, operaio Caterpillar a Jesi, si sfoga con Diego Bianchi, in arte “Zoro”, su Propaganda live. La trasmissione di La7 ha realizzato un bel reportage per accendere i riflettori sulla vicenda della multinazionale che, di punto in bianco, ha comunicato la chiusura del sito produttivo e il licenziamento di circa 260 lavoratori.

Una decisione, quella di Caterpillar, arrivata pochi giorni prima delle festività natalizie senza alcun tipo di preavviso, tanto che le rappresentanze sindacali si aspettavano un confronto con i vertici aziendali sulla stabilizzazione delle maestranze a tempo determinato. La motivazione è quella più ferisce i lavoratori: le commesse ci sono e il sito jesino è in utile, ma da altre parti – Cina e Messico – costa meno produrre cilindri.

Diego Bianchi e Pierfrancesco Citriniti hanno raggiunto i cancelli della Caterpillar per documentare ciò che sta accadendo, dando voce a sindacalisti e operai della multinazionale e seguendoli fin sotto Palazzo Raffaello di Ancona per portare la questione sul tavolo del consiglio regionale e persino al pub Oscar Wilde per una cena assieme. Intensa e toccante l’intervista realizzata a casa di Francesco Arcangeli, uno degli operai, che ha ospitato a pranzo i due giornalisti di Propaganda Live per raccontare la sua situazione e quella dei suoi colleghi.

Il servizio, assolutamente da vedere, verrà pubblicato a questo indirizzo: https://www.la7.it/propagandalive

Ti potrebbero interessare

Jesi, Caterpillar – Imr: accordo. Passano in 103

La soglia minima delle 150 adesioni originariamente fissata per la validità dell’operazione, la si è dovuta considerevolmente abbassare. Dei 189 coinvolti dalla procedura di licenziamento, molti avrebbero preferito una eventuale buonuscita