Jesi-Fabriano

Vaccini, boom di richieste all’ospedale “Carlo Urbani” di Jesi per la prima dose

Altissima l'adesione. La dottoressa Bacelli: «La Regione invia una media di 2.000 dosi a settimana agli ospedali di ogni Area vasta, noi ne somministriamo 80 al giorno nei feriali e 150 ogni festivo»

La consegna dei vaccini all'ospedale Carlo Urbani di Jesi

JESI – Vaccini anti-Covid, grande lavoro all’ospedale “Carlo Urbani” di Jesi per le sedute di somministrazione ai medici, infermieri, oss, personale sanitario, medici di base, pediatri e medici Usca convenzionati con l’Area vasta2. La Regione Marche ha stanziato circa 2000 dosi a settimana per gli ospedali dell’Area vasta 2 (Ancona, Jesi, Senigallia, Fabriano, Osimo) dove sono state organizzate delle vere task force per la vaccinazione del personale. Un boom di richieste. Anche questa mattina sono state consegnate altre dosi al nosocomio jesino.

Ieri pomeriggio è toccato anche al dirigente medico dell’ospedale di Jesi dottoressa Sonia Bacelli, che crede fortemente in questa opportunità.

Dottoressa Bacelli, lei è tra i primi sanitari a essersi vaccinata: una riflessione.
«Lo dico con le parole dello psicoanalista Massimo Recalcati: “se la vaccinazione non diventa un comportamento collettivo, noi ne neutralizziamo gli effetti. Dunque, non ci si salva più. O la salvezza assume le forme collettive, o non esiste. Non c’è possibilità di salvezza individuale. Per me, la vaccinazione è anche un gesto etico, un gesto solidaristico. Il Covid ci insegna che la libertà è sempre associata alla responsabilità, che la libertà o è solidarietà, o è una retorica individualistica”. Insomma, bisogna avere fiducia nella scienza e avere responsabilità collettiva. Io l’ho fatto per i miei figli, che hanno tutto il diritto di tornare a una vita normale, se non ci crediamo vanifichiamo tutto».

La dottoressa Sonia Bacelli durante la vaccinazione

L’ospedale di Jesi è in prima linea per le vaccinazioni…
«Sì, c’è grande caos in questi giorni ma solo per l’organizzazione, perché l’obiettivo è vaccinare quante più persone possibili in minor tempo. Abbiamo davvero moltissime prenotazioni, solo 890 le richieste pervenute fino al 2 gennaio da parte di personale dell’ex distretto sanitario di Jesi… molte altre ne stanno arrivando».

Come vi siete organizzati materialmente?
«La Regione invia una media di 2.000 dosi a settimana agli ospedali di ogni Area vasta, noi ne somministriamo 80 al giorno nei feriali e 150 ogni festivo. Siamo ancora nella somministrazione della prima delle due dosi previste, perché devono trascorrere 21 giorni tra la prima e la seconda dose».

Chi effettua la vaccinazione?
«Sono impegnati i medici del Servizio di Igiene e Sanità pubblica di Jesi e del distretto, che hanno allestito le sedute di vaccinazione nelle sale prelievi del Laboratorio analisi, così che il Laboratorio al mattino effettua i prelievi normalmente e di pomeriggio, con la chiusura al pubblico, funge da punto di vaccinazione».

Chi sta effettuando le vaccinazioni al “Carlo Urbani”?
«Per ora solo il personale sanitario dei vari reparti, i medici di base, i pediatri, i medici Usca e i dirigenti medici, farmacisti, oltre a tutti quelli che hanno la convenzione con l’Area vasta 2».

Come sta andando il trend delle adesioni?
«Secondo la mia valutazione, sulla base dei numeri delle prenotazioni e delle continue richieste, c’è un’adesione molto alta e in continua crescita. Il che fa ben sperare. Se continueremo con questo andamento di sedute, in dieci giorni contiamo di vaccinare tutto il personale sanitario che ha aderito».

La prima dose è stata ben tollerata? Ci sono state reazioni?
«Per il momento non ci sono state reazioni allergiche, la copertura assicurata dal vaccino è piuttosto alta. Finora gli unici problemi riscontrati sono di natura organizzativa, come detto, perché vogliamo vaccinare più persone possibili nel minor tempo».

È sufficiente la prima dose per considerarsi “al sicuro”?
«Diciamo che già la prima dose garantisce un’efficacia del 95%, già a un mese dalla prima dose si può stare più tranquilli ma adottare le misure di sempre, come la mascherina e le distanze».

Si sta combattendo il Covid con il vaccino, mentre all’ospedale ci sono nuovi ricoveri per pazienti positivi e sembra che la curva dei contagi stia di nuovo risalendo…
«Purtroppo sì, qualcuno dice che siamo nella terza ondata, altri pensano che sia invece una coda della seconda. Poco importa questo, la realtà dei fatti è che il vaccino è un valido strumento per contrastare il Covid, infatti ha un’efficacia del 95%. Noi siamo nella situazione che stiamo valutando di riaprire un altro reparto Covid (che era stato chiuso) perché continua a salire il numero dei ricoverati».

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