Jesi-Fabriano

Undici le donne in due mesi al Centro Antiviolenza di Jesi: inaugurata la panchina rossa (Fotogallery)

Jesi e Cupramontana inaugurano la panchina rossa per ricordare le donne vittime di femminicidio. A Jesi il corteo per le vie del centro "ribattezzate" con il nome di donne illustri o vittime di violenza

La panchina rossa simbolo del femminicidio inaugurata oggi a Jesi
La panchina rossa simbolo del femminicidio inaugurata oggi a Jesi

JESI – L’8 marzo non è una festa, ma una giornata di protesta. Questo il grido di decine di donne che si sono riunite oggi pomeriggio (8 marzo) in piazza Sansovino dove il Comitato Centro Storico ha sistemato una panchina rossa simbolo del femminicidio.

8 marzo 2018 Jesi«Vogliamo ricordare le donne tutte – hanno detto i membri del comitato – Quelle che non ci sono più, che hanno disubbidito e per questo hanno pagato con la vita». «Non sono solita partecipare a questo genere di iniziative – le parole dell’assessora Paola Lenti – Il Comitato dimostra una grande sensibilità, sono contenta che partecipino anche gli uomini». Importante infatti, la presenza maschile all’evento che ha visto l’attivista di Non una di meno, Anahita Dowlatabadi Hoseinpour, cantare una canzone persiana risalente al 1927 e cantata all’epoca senza velo da una donna. L’attivista si è poi tolta il velo come stanno facendo tantissime donne iraniane.

Alcune immagini dell’iniziativa 

Culture diverse, la lettura di un passo del libro di Serena Dandini “Ferite a morte”, musica e numeri che fanno riflettere: «Il centro antiviolenza di Jesi è nato nel 2007. In dieci anni (in maniera volontaria, ndr) abbiamo seguito 250 donne, undici quelle che si sono rivolte a noi dall’inizio del 2018 – ha detto la psicologa Maria Traclò che rivolgendosi all’assessora Lenti ha aggiunto – Abbiamo bisogno di finanziamenti per fare una progettualità in questi interventi, la violenza maschile sulle donne non è una questione di dinamiche di coppia o raptus, è culturale». La piazzetta è stata raggiunta dal colorato corteo partito da Piazza Federico II:  «Per ogni donna stuprata, uccisa, offesa, siamo tutte parte lesa» hanno cantato le donne che nelle vie del centro storico hanno sistemato cartelli che ricordano i nomi di donne illustri come Margherita Hack ma anche jesine come Anita Sbarbati. Una panchina rossa è stata inaugurata stamattina anche a Cupramontana, in Piazza IV Novembre.

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