Jesi-Fabriano

Turismo sostenibile, In Itinere tra i bambini di Quito

Viaggio alle Galapagos e in Ecuador per l'associazione di viaggiatori della Vallesina. Dopo aver donato pannelli solari agli Inuit, ora sono a Quito nel principale orfanotrofio della città per installare luci a led e un depuratore d'acqua, dono di benefattori di Jesi e di Castelfidardo

In Itinere in missione a Quito, nel principale orfanatrofio della città
In Itinere in missione a Quito, nel principale orfanotrofio della città

Li abbiamo appena lasciati in Groenlandia orientale a donare e installare pannelli solari “made in Jesi” per riscaldare le case di un villaggio di pescatori Inuit, con tecnologia 2.0 della ditta Luce. Li ritroviamo ora, pochi giorni dopo, a Quito, in Ecuador, per montare luci a led ed un depuratore che renderà finalmente sicura e potabile l’acqua del principale orfanotrofio della città, una struttura che ospita 40 bambini. Anche in questo caso, si tratta di un dono di benefattori marchigiani, la ditta Gel di Castelfidardo, che l’ha progettata e realizzata con propria tecnologia, e la Luce srl di Jesi.

Sono gli avventurosi ragazzi dell’associazione di In Itinere, amici della Vallesina legati dalla passione per il turismo sostenibile e solidale. Un sodalizio che ha portato fino ad oggi a scoprire angoli meravigliosi e nascosti di mondo, restituendo al tempo stesso alle comunità locali parte di quanto assimilato durante il viaggio in termini di emozioni e crescita umana. Durante i viaggi precedenti, In Itinere ha donato pannelli per il riscaldamento di due nuclei familiari in Siria, abiti in buono stato per le comunità marocchine, scarpe ortopediche e pannelli radianti per bambini in un orfanotrofio argentino, pannelli solari in Groenlandia presso una struttura di accoglienza per giovani Inuit in difficoltà. Il viaggio più recente è quello di questi giorni nell’arcipelago delle Galapagos in Sudamerica, inseguendo le orme del naturalista inglese Charles Darwing alla scoperta delle iguane e delle testuggini giganti; un’avventura che li ha portati inoltre nell’isola di Santa Cruz, tra mercati del pesce chiassosi e natura incontaminata, e nella capitale dell’Ecuador. Qui, a Quito, la tappa più importante.

«Siamo venuti per portare a termine il progetto a cui lavoriamo da diverso tempo, quello centrale del viaggio: acqua potabile e luce a led per l’orfanotrofio di Madre Angela», raccontano nel loro blog i viaggiatori di In Itinere. «Madre Angela è italiana, originaria di Porto San Giorgio nelle Marche. Lei si è trasferita in Ecuador 35 anni fa per aiutare i più deboli di questa popolazione. I suoi ospiti sono tutti bambini, con età che variano dai due ai dodici anni, sono in quaranta! Oltre alla struttura a Quito, Madre Angela ne gestisce una seconda ad Esmeralda, dove i bambini sono 60 e qua hanno anche costruito una chiesa. Lei è una donna minuta, sui settanta, con un carisma straordinario. Riesce a farsi seguire dai bambini con gesti delle mani e parole pacate ma autorevoli. Madre Angela è la vera anima di questo luogo».

«L’impegno che ci siamo presi con noi stessi, ma soprattutto con Madre Angela, Gel e Luce (le aziende che hanno voluto contribuire) – scrivono ancora nel blog – ci fa sentire tutta responsabilità di fare le cose al meglio. Nel nuovo plesso a fianco del vecchio orfanotrofio troveranno alloggio sia le luci a led che il depuratore d’acqua. Acqua ed energia sono temi più che mai sensibili in quando fondamentali per garantire la tutela della salute dei bambini e la possibilità di sfruttare al massimo il centro, anche nelle ore notturne, senza gravare sui consumi. Siamo orgogliosi di dare il nostro contributo e il dialogo che immediatamente si apre non fa che confermare la bontà del nostro progetto congiunto, tanto che si aprono immediatamente altre prospettive di collaborazione. Madre Angela ci presenta tutti i quaranta bambini del centro a cui, insieme all’architetto Gonzalo Ramon, spiega il funzionamento dei macchinari, così da renderli partecipi del progetto. Esultano, ci salutano abbracciandoci e ringraziano, riempiendoci il cuore e ripagandoci ampiamente di tutti gli sforzi fatti!»

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