Jesi-Fabriano

Tre anni di gelateria “Dolcevita”: un compleanno senza zucchero

Tre anni di "Dolcevita" in viale don Minzoni a Jesi: riflessioni, nuovi gusti, bilanci e idee del mastro gelatiere Luigi Loscalzo

JESI – Può sembrare un paradosso festeggiare tre anni di attività realizzando nuovi gusti senza zucchero. Eppure il mastro gelatiere Luigi Loscalzo per i tre anni della sua cioccolateria-gelateria artigianale “Dolcevita” in viale don Minzoni ha pensato proprio a questo: nuovi gusti di gelato ma senza zucchero e senza latte. Una novità che comunque non fa perdere ai gusti né dolcezza né caratteristiche, anzi le esalta, in un momento in cui tanta parte della clientela si trova ad affrontare problematiche di salute legate alla glicemia.

«Un compleanno un po’ diverso dai – ci racconta Luigi Loscalzo – tre anni fa ho deciso di aprire l’attività qui, in viale don Minzoni. Un momento non facile, tra pandemia, guerra e aumenti. Ma sono riuscito a farcela e nonostante le difficoltà che perdurano, sono ottimista e me ne invento sempre una nuova, perché la clientela è vasta, diversificata e con esigenze particolari».

L’ultima invenzione del noto mastro gelatiere è appunto il gelato senza zucchero e senza latte. «Aggiungendo stevia e maltitolo – spiega – si può esaltare una dolcezza diversa senza usare lo zucchero e permettere dunque anche a chi ha problemi glicemici di non rinunciare al piacere di un buon gelato». Dunque, per chi ha bandito lo zucchero dal proprio regime alimentare, si possono scegliere dei gusti ad hoc senza zucchero, ma anche senza latte: il cioccolato Perù dal piacere fondente; il caffè Colombia dal sapore robusto e intenso; il cocco. Meno dolci del solito, ma dal sapore più marcato.

«La stevia contribuisce con le sue fibre a dare corpo all’impasto del gelato – aggiunge Loscalzo – mentre per chi vuol un gelato senza latte, abbiamo tutta la gamma alla frutta: uso solo frutta fresca di stagione, al latte sostituisco l’acqua, lo sciroppo di zucchero e come addensante la farina di carrube». E anche in questo caso, la fantasia non ha davvero limiti: dai classici fragola, melone, anguria, fichi si aggiungono dei “gusti gourmet” molto particolari, come arachidi e caramello salato, mandorla variegata alla gelatina di vino di visciola (che, ricordiamo, è una variante del celebre “gusto tappa” presentato in occasione della Tappa marchigiana del Giro d’Italia).

Tra le good news di “Dolcevita” per stemperare questa estate rovente, ci sono poi le granite siciliane. «Solo alla frutta – specifica Loscalzo – perché le vere granite siciliane si fanno solo con la frutta o al massimo, col caffè. E infatti preparo solo quelle alla frutta oppure con abbinamenti particolari: al mojito, fragola e foglie di menta, limone e mandorla (tra le più gettonate), mango e passion fruit, poi caffè. Le terrò fino a settembre».

Innovazioni, gusti sperimentati e modi diversi di rendere appetitoso e sfizioso l’alimento estivo per eccellenza, il gelato. Ma anche tre anni di bilanci e di prospettive future. «Se devo fare un bilancio – dice ancora Luigi Loscalzo – nella colonna delle cose positive in questi tre anni metterei sicuramente la mia voglia di sperimentare e di inventare; la tenacia che è sempre rimasta intatta, l’esperienza maturata sul campo e l’esperienza. Tutti ingredienti che trasfondo nei miei gelati e che hanno permesso all’attività di crescere nonostante le difficoltà oggettive del periodo, e di farla conoscere ampliando la clientela. Nella lista delle cose negative metto il periodo stesso: e ci includo la pandemia con le restrizioni, la guerra e gli aumenti smodati cui siamo andati incontro. In particolare, il caro energia. In un mese, ho avuto l’incremento della corrente di 3000 euro, impensabile per chi vuol mantenere in piedi un’attività e penso che il Governo debba intervenire a sostegno delle imprese e degli artigiani, un po’ come è successo durante il Covid». Ma Loscalzo resiste. Punta sul passaparola, sulla qualità dei suoi gusti che, con un massiccio servizio di asporto, raggiunge a vaschette e kg le famiglie non solo jesine.

«Nella colonna col segno meno davanti metto anche la voglia delle persone di uscire e incontrarsi magari in gelateria – commenta – vedo che tanta gente viene, compra le vaschette e poi scappa. Quando stavo alla gelateria della Stazione (nel lontano 1969) incontrarsi con la comitiva e fare le tavolate per gustare il gelato assieme era una tradizione. Oggi ci sono più clienti mordi e fuggi, gli stessi jesini vivono poco la loro città. Per carità, preferisco una scelta lenta e consapevole che un boom modaiolo come accade per certi ristoranti che passata l’euforia del momento dove tutti vanno lì, poi restano vuoti. Ma capisco comunque che a livello sociale qualcosa si è perso nel tempo».

Proprio alla sua città guarda sempre con attenzione e vivacità Luigi Loscalzo, che proviene da una famiglia storicamente dedita alla lavorazione artigianale del cioccolato e del gelato. «La zona della Stazione e di viale don Minzoni avrebbe bisogno di essere rivitalizzata, permettendo così a tutte le persone di farla vivere meglio. Ma il centro non è meglio, si è spopolato e spero che questa Amministrazione faccia in modo di creare le connessioni giuste tra il mondo del commercio, l’artigianato, il turismo e permetta attraverso iniziative e attività, di far vivere la città, magari pure istituendo di nuovo i “tavoli del turismo”. Jesi, l’entroterra, hanno una vocazione al turismo lento e su questo dobbiamo lavorare ma tutti insieme». E se al centro non pensa proprio di andare, guarda tuttavia ai prossimi mesi con impegno e inventiva. «I prossimi obiettivi? Più che altro sono impegni – conclude – ho il festival Pikkanapa del peperoncino e canapa il primo weekend di settembre, poi Eurochocolate a Perugia. E l’autunno, il Natale… le golosità del cioccolato. Insomma, c’è da fare».

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