Jesi-Fabriano

Tutta Jesi vicina a Italo Giuliani, un uomo di sport a cui la città deve tanto

Il Presidente della Libertas è stato aggredito questa mattina nella sua abitazione da uno squilibrato che ha ucciso sua moglie. Sono ore di apprensione per lui che dal 1979 ha permesso a centinaia di giovani di praticare gli sport più disparati

Italo Giuliani, secondo da sinistra, insieme al vice presidente Marco Porcarelli, all'assessore allo sport Ugo Coltorti e alla presentatrice dell'evento Agnese Testadiferro in occasione del Saggio al PalaTriccoli

JESI – Impossibile non volergli bene, se si è stati fra le centinaia e centinaia di bambine e bambini e pure di adulti ai quali ha fatto fare sport nelle più disparate discipline, presidente della Polisportiva Libertas Jesi dal 1979 ad oggi. Impossibile non ammirarne la passione e la testarda cocciutaggine se, semplicemente, si ama lo sport. E si ama l’impegno.

Tutta la città di Jesi si stringe attorno a Italo, ricoverato all’ospedale di Torrette dopo esser scampato alla furia del 25enne jesino che ha ucciso sua moglie, Fiorella Scarponi.

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Italo Giuliani è uno di quelli che la Jesi Città Europea dello Sport, del numero stupefacente di tesserati e tesserate e pure dei grandi campioni e campionesse, l’ha costruita. Se quella Jesi, all’interrogativo su quale sport far fare ad un bimbo o una bimba è più o meno sempre riuscita a trovare una risposta sicura, adeguata, rassicurante per le famiglie, è grazie a quelli come Italo. Per tantissime e tantissimi, è proprio grazie ad Italo.

E pazienza se arrivare a toccare il cielo con un dito non era necessariamente essere campioni o vincere le Olimpiadi ma bastavano un gol nella polvere del Boario, riuscire finalmente a saltare il cavallo del volteggio o un bel muro in faccia all’avversario alla Carducci. Per Italo, che campione lo è stato – di scherma, come sbagliarsi a Jesi, per tre anni titolo regionale di sciabola – il punto è un altro: ricostruire una squadra con un gruppo di ragazzine e ritrovarsele subito a battersela in grinta con le più grandi e smaliziate, godersi l’allegria delle “follette” della ginnastica artistica che nel Saggio di fine anno fanno le loro capriole, scovare una disciplina nuova come il taekwondo e introdurla dal 1982 nella Polisportiva, ritrovandosela oggi come una realtà in grado di organizzare a Jesi i Campionati nazionali.

Italo Giuliani, secondo da sinistra, insieme al vice presidente Marco Porcarelli, all’assessore allo sport Ugo Coltorti e alla presentatrice dell’evento Agnese Testadiferro in occasione del Saggio al PalaTriccoli

Prima Stella di Bronzo e poi d’Argento al Merito Sportivo del Coni, Italo non è solo famiglia, palestra e sede della Libertas, no. Perché non è neppure di quelli, Italo, che per lui lo sport è solo quello proprio e in cui comanda lui e degli altri chi se ne importa. E allora te lo ritrovi tifoso, al Carotti e al PalaTriccoli, di tutto ciò che è Jesi, in tutti i campi dove c’è una competizione e dove c’è quell’allenamento alla vita- ma più leale e pulito, anche quando non sembra, che nella vita- che è lo sport.

«La soddisfazione più grande? Il saluto dei bambini e delle bambine che fanno sport con la Libertas quando li incontro. E bimbi e bimbe di un tempo che oggi, genitori, a loro volta portano in palestra, e ci affidano con fiducia, figli e figlie» mi ha detto Italo un anno fa, quando per “Jesi e la sua Valle” l’ho intervistato per i 40 anni di presidenza. E un’altra cosa ancora mi ha detto: «Alla Libertas sono riconoscente per la grande forza e la spinta che, insieme alla mia famiglia, ha contribuito a darmi anni fa, quando mi sono trovato a dover affrontare un serio problema di salute». È tutto tremendo e brutto, Italo. Ma facciamo che funzioni ancora.

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