Jesi-Fabriano

Torre Erap, «tornare indietro è praticamente impossibile»

Il sindaco Massimo Bacci, ieri sera a palazzo dei Convegni di fronte a una gremita platea, ha rimarcato che il progetto non può essere fermato, lanciando proposte integrative. Ma cittadini e forze d'opposizione non ci stanno

La platea dell'assemblea a palazzo dei Convegni a Jesi sulla torre Erap di via Tessitori
La platea dell'assemblea a palazzo dei Convegni a Jesi sulla torre Erap di via Tessitori

JESI – Polizia municipale in via Tessitori, nuova viabilità e ampliamento del verde e dei parcheggi. È quanto propone l’amministrazione comunale “a compensazione” della palazzina Erap da realizzare in prossimità della palestra Carbonari (30 appartamenti su sette piani). «Un progetto ereditato dai predecessori, il cui iter si è concluso da tempo, sul quale è praticamente impossibile tornare indietro», ha ribadito il sindaco Massimo Bacci.

Un punto di vista che non è piaciuto, tuttavia, alla nutrita platea che ieri sera, nonostante il caldo, ha affollato palazzo dei Convegni. Un’assemblea pubblica a tratti infuocata dai botta e risposta fra meetup Spazio Libero e Jesi in Comune da una parte, e sindaco dall’altra, nella quale il presidente del consiglio comunale, Daniele Massaccesi, nell’impegnarsi a riportare in aula consiliare la questione, ha lanciato la proposta a comitati e forze politiche: «Andiamo oltre le contestazioni al progetto, proponete una soluzione tecnicamente percorribile, che si può prendere in considerazione, e la approfondiremo in seduta consiliare a fine luglio, o a settembre». «Compresi gli aspetti economici», ha tenuto a precisare Maurizio Urbinati dell’Erap, ente regionale per l’abitazione pubblica.

«In ballo ci sono 3 milioni di euro – ha rimarcato il sindaco Bacci -. Due milioni del contributo regionale e un milione speso dall’Erap per acquistare l’area venduta dai precedenti amministratori. Se ci fossimo stati noi ci saremmo mossi diversamente. Ora possiamo fare una sola cosa, impegnarci ad integrare questa costruzione con interventi di riqualificazione del quartiere, portando ad esempio un presidio della Polizia Municipale, o tutto il Comando, al piano terra della nuova palazzina. Questo è ciò che possiamo promettere, e ne discuteremo insieme, perché tornare indietro non si può». Urbinati, dal canto suo, ha specificato che non si ridurranno i parcheggi, né il verde, lasciando intendere che individuare una differente localizzazione potrebbe comportare la perdita del contributo regionale.

Vanno inoltre predisposti altri atti dal punto di vista tecnico. «Seguivo questo progetto già dal 2002 – ha spiegato l’assessore ai lavori pubblici, Roberto Renzi, ex dirigente provinciale – e in questi giorni l’ho approfondito per capire cosa fosse cambiato alla luce di tutte queste prese di posizione. Evidentemente in pochi conoscevano tale piano di recupero. Vorrei solo sottolineare che il Piano regolatore approvato dieci anni fa prevede ulteriori appartamenti in quella zona, ad esempio a ridosso del fosso Granita, e credo che per prima cosa noi dovremmo fare in modo che essi non vengano realizzati, approvando una apposita variante urbanistica. Pensiamo, inoltre, che si possa metter mano a tutta la viabilità dell’area e siamo pronti a costruire un gruppo di lavoro con i residenti per analizzare le varie proposte».

Assemblea a palazzo dei Convegni a Jesi sulla torre Erap di via Tessitori (da destra il sindaco Massimo Bacci, il presidente del consiglio comunale Daniele Massaccesi, la dirigente Francesca Sorbatti e Maurizio Urbinati dell’Erap)

Netta contrarietà al palazzo di sette piani da parte dei residenti presenti in assemblea. Sia il comitato Parco del Granita che il meetup Spazio Libero hanno espresso perplessità sull’iter amministrativo-burocratico di questo immobile, evidenziando ancora una volta che avrebbe un impatto notevole su di un quartiere già densamente abitato. C’è anche chi ha ricordato la Società di Trasformazione Urbana, voluta nei primi anni duemila per riqualificare tutto San Giuseppe e naufragata principalmente a causa della crisi edilizia. «E a noi ci resta solo il palazzone Erap», hanno sottolineato i cittadini.

Botta e risposta fra Ruggero Fittajoli di Spazio Libero, che ha espresso dubbi sulla legittimità delle autorizzazioni rilasciate, e il sindaco Bacci, che gli ha suggerito di evitare le diffide continue e di rivolgersi direttamente al Tar qualora ritenesse che il Comune abbia compiuto illeciti. Clima infuocato anche dopo il tentativo di intervento, da fondo sala, di Samuele Animali di Jesi in Comune, convinto che in questa vicenda la questione burocratica debba essere tenuta distinta da quella politica. Di altro parere il Primo Cittadino. Hanno preso la parola, fra gli altri, anche Giordano Cotichelli del circolo anarchico («Meno cemento e più verde»), l’ex sindaco Vittorio Massaccesi, che ha proposto a Comune e Erap di «rimettere un po’ di soldi per il bene della comunità», e Agnese Santarelli di Jesi in Comune, che ha reso nota la corrispondenza mail fra Regione e Comune ponendo l’attenzione su quanto scritto dall’attuale amministrazione in merito al progetto, considerato “strategico”. «Quattro anni fa, appena subentrati in Comune, lo era, perché vi erano atti, compravendite, un piano di recupero in corso, e un iter pressoché concluso dai predecessori – è stata la replica di Bacci -. Riteniamo che la serietà venga prima di tutto e non potevamo certo azzerare ogni cosa».

Urbinati ha quindi precisato che è stato il Comune a individuare l’area una quindicina di anni fa, chiedendo all’Erap di intervenire, e che i nuovi alloggi saranno affittati a circa 300 euro mensili, dunque non saranno destinati a famiglie senza reddito. «Questo palazzo è per le persone di Jesi che non possono permettersi di acquistare casa o di spendere 500 euro per la locazione – ha ribadito Urbinati -. In quest’ultimo periodo, l’edilizia agevolata viene spesso contestata da chi una casa ce l’ha già».

Interessante il punto di vista di Pietro Cacciani, fra gli ideatori del progetto: «Questo palazzo era parte di una riqualificazione più ampia del parco Granita, che prevedeva anche una modifica consistente alla viabilità – ha puntualizzato -. A prescindere, dunque, dall’immobile Erap credo che i cittadini debbano chiedere la riqualificazione del quartiere». Appuntamento a settembre in aula consiliare.

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