Jesi-Fabriano

Torre Erap, la maggioranza contro Jesi in Comune «Tante parole, pochi fatti»

Jesiamo e Jesinsieme, al fianco del sindaco Massimo Bacci, replicano al movimento di sinistra sul progetto di via Tessitori: «Accuse sparse senza alcuna soluzione». Immediata la replica degli oppositori

Rendering della Torre Erap a Jesi

JESI – Torre Erap, continua la polemica. Dopo l’attacco sferrato da Jesi in Comune all’amministrazione, arriva immediata la replica delle due liste a sostegno del sindaco Massimo Bacci, Jesiamo e Jesinsieme: «Si torna a parlare di Torre Erap, lo si fa nei modi e nei termini di Jesi in Comune, ancora una volta non puntuale nel raccontare obiettivamente i fatti – scrivono Nicola Filonzi (Jesiamo) e Maria Chiara Garofoli (Jesinsieme) -, con accuse sparse che hanno già ricevuto nei mesi passati ampie spiegazioni, e con il solo fine di levare la voce della protesta contro qualcosa, qualcuno non trovando invece utile l’invito più concreto a proporre soluzioni, alternative: insomma fatti non parole. Ma questa è la parte difficile. Allora meglio le parole, usate per screditare, cambiare i fatti, omettere parti di discorsi».

Le due liste ricostruiscono quindi la vicenda: «Consiglio Comunale del 28 Luglio: sul tema Torre Erap forti sono le parole del Sindaco Massimo Bacci che invita tutti i presenti quali cittadini e forze politiche ad indicare una via per far sì che la costruzione della Torre non inizi – ricordano i due esponenti di maggioranza -. Viene inoltre comunicato che entro breve tempo il permesso a costruire sarà rilasciato dagli Uffici Comunali, non essendoci motivi ostativi, sia giuridici che amministrativi, nel non effettuare tale passo. Nessun altro passaggio in un prossimo Consiglio Comunale, fatta eccezione per la petizione presentata che seguirà il suo iter per giungere in Aula Consiliare. Tutto registrato, agli atti, massima trasparenza. Il 28 Agosto viene rilasciato, nell’assenza totale di proposte concrete, il permesso a costruire: si chiude un iter iniziato 15 anni fa e che, molto tempo prima dell’Amministrazione Bacci, si era reso irreversibile con la vendita del terreno all’Erap e dell’aggiudicazione di un contributo regionale di quasi due milioni di euro per la realizzazione della cosiddetta Torre.  Era, quella che ha venduto l’Erap, la stessa Amministrazione da cui abbiamo ereditato un progetto futuristico mai realizzato – il Campus Boario –  che nelle promesse doveva rendere un quartiere più vivibile ed usufruibile e che nei fatti porterà, oltre alle grosse spese, i risultati di cui, ora, ci si imputano responsabilità».

Nessuna promessa fatta dal Presidente del Consiglio Massaccesi, specificano ancora Jesiamo e Jesinsieme, «solo l’invito ad un dialogo tra le parti coinvolte nella vicenda a portare esigenze, idee da applicare per una migliore riqualificazione dell’area, unitamente ad una viabilità che risulti più fluida e adatta alla nuova conformazione del quartiere, oltre ad un confronto in Consiglio Comunale con una discussione aperta e costruttiva. Prendiamo atto delle iniziative legali e politiche annunciate in questi giorni: siamo certi che contribuiranno a fare definitiva chiarezza sulla vicenda, confermando la limpidezza dell’operato dell’Amministrazione Bacci che questa opera sicuramente l’avrebbe realizzata altrove. Questi sono i fatti».

Poche ore e Jesi in Comune replica: «Gli unici “fatti”, se così vogliamo chiamarli, sono le parole del Sindaco che si limita a ripetere che la decisione presa era irreversibile. Jesi in Comune e i comitati contro la costruzione hanno pubblicato – ripetutamente – una serie di documenti: la lettera del Sindaco che stoppa la Regione nel 2014, il rendering del piano Campo Boario, la proposta di soluzione alternativa su come e dove spostare l’edilizia convenzionata sul modello di quanto è stato fatto per San’Agostino nel 2013. Jesi in Comune ha inoltre spiegato i motivi giuridici per i quali il rilascio di un nuovo permesso sembra irregolare e quelli che consentivano e consentono un intervento dell’Amministrazione in autotutela per congelare il progetto. Abbiamo anche pubblicato, più volte, le proposte alterative: come la delocalizzare l’intervento in altra area comunale (ce ne sono) e cambiare la tipologia costruttiva. C’è un precedente recente: Sant’Agostino. In quel caso il Sindaco Bacci ha bloccato il Contratto di Quartiere e buona parte dei suoi alloggi sociali – cantierizzati da Erap. Poi ha obbligato Erap ad “accettare” la variazione di convenzione, contratti e appalti, scambiando gli alloggi sociali del Chiostro con altri che mise a disposizione nel centro storico, anche variando il progetto delle ex Carceri. Le spese sostenute per progettazione da Erap sono state trasferite su chi comprerà gli alloggi realizzati nel Chiostro, ora edilizia privata. Nel frattempo si è adoperato per non perdere i fondi del contratto di quartiere, 1.7 milioni circa. Rimane il fatto che in questo Consiglio della costruzione della torre Erap non si potrà discutere».

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