Jesi-Fabriano

Torna a Serra De’ Conti la scultrice anconetana Marta Palmieri

Le sue opere saranno in mostra nello showroom Brocanelli dal 21 al 25 novembre grazie ad un progetto speciale di Nottenera

Marta Palmieri, Panthalassa (foto di Francesca Tilio)
Marta Palmieri, Panthalassa (foto di Francesca Tilio)

SERRA DE’ CONTI – Oggetti misteriosi, arcaici, ceramiche spogliate di ogni compiacimento decorativo, testimoni di un sincretismo di culture distanti nel tempo e nello spazio. Cavità originarie come gusci, materia che porta segnata addosso la memoria, un ‘plasticare’ sobrio, primitivo e sorprendentemente attuale. È l’arte di Marta Palmieri, giovane anconetana e talento emergente nel panorama della scultura contemporanea internazionale, che dal 21 al 25 novembre 2017 sarà accolta nello showroom Brocanelli di Serra De’ Conti (Via Caffarelli 1) grazie ad un progetto speciale di Nottenera sviluppato assieme a Brocanelli S.r.l con la direzione artistica di Sabrina Maggiori. La mostra resterà aperta tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 12.30 e dalle ore 15.30 alle ore 19.30, in occasione della Festa della Cicerchia.

Dopo le recenti mostre di Asolo, Montelupo Fiorentino, Vicenza, Appignano, e nella autorevole galleria Hostler Burrows di New York, dopo aver partecipato come finalista alla 13esima Biennale Internazionale di Ceramica di Manises in Spagna, al 15^ premio ‘Internacional Contemporanea’ di Saragozza e alla XIII Biennale Internazionale di Ceramica di Aveiro in Portogallo, Marta Palmieri torna ora ad esporre a Serra De’ Conti; il 19 agosto scorso, fu il Festival vetrina Nottenera ad accogliere una sua spettacolare doppia installazione (le sculture Panthalassa + 5 Dischi?), in un progetto artistico finanziato da Brocanelli con la formula di sostegno consapevole e dal basso di Nottenera “1×1=2! Moltiplicazioni creative”.

 

Marta Palmieri, Ceramiche

Per una settimana sarà possibile scoprire, all’interno dello showroom Brocanelli, alcune creazioni della ricca ricerca della talentuosa artista marchigiana. Le sue opere, corpi luminosi che abbracciano il vuoto, s’impongono monumentali dialogando con lo spazio. Nell’intreccio tra luci e ombre, le direttrici delle linee oblique o dei bordi irregolari si propagano in un riverbero avvolgente.
Nel suo percorso di vita, Marta Palmieri ha scelto di far suo un mestiere antico, fatto di incredibile perizia tecnica adoperata per una ricerca formale che sappia sfidare il tempo. Scegliendo di lavorare la ceramica ha accolto un modo di operare lento, rispettoso dei tempi della vita, della materia e quindi della terra. Del suo lavoro dice: «Mi piace rispettare l’aspetto poetico dell’argilla e riservarne la sua naturale e semplice espressione».

«Se è vero, come diceva Gauguin, che la ceramica è fango con un po’ di genio, – scrive di lei l’esperta d’arte Stefania Petrillo – il sofisticato intervento dell’artista marchigiana, demiurga di una materia domata con notevole finezza esecutiva – è perfettamente dissimulato da una naturalità che va a esplorare la creta spingendo le sue potenzialità sino ai limiti.  Così, nelle installazioni, la reiterazione del singolo elemento, sottoposto a trazione o sospensione, diventa ritmo con cui modellare l’aria, in una concezione architettonica della scultura che asseconda l’artefice negli sconfinamenti costruttivi delle tre dimensioni».

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