Jesi-Fabriano

Torna a risplendere il lampadario del Circolo Cittadino (Il video)

È In vetro di Murano il gioiello di luce che dà anche il nome alla Sala più prestigiosa della struttura jesina. Erano una ventina d'anni che non veniva più toccato. Carla Saveri, vice presidente del Circolo, ha pensato di ripulirlo

Il lampadario in vetro di Murano e cristallo che dà il nome alla più prestigiosa Sala del Circolo Cittadino di Jesi

JESI – Erano una ventina d’anni che non veniva più toccato. Il lampadario che dà il nome alla magnifica Sala del Circolo Cittadino di Jesi, ripulito pezzo per pezzo, adesso risplende in tutta la sua magnificenza.

Il lampadario del Circolo Cittadino durante i lavori di pulizia e lucidatura

Come un gioiello di luce.

Ne ha visti di eventi passare sotto di sé, dal 1957, anno d’inaugurazione della sede associativa. Serate danzanti, matrimoni, convegni, note musicali che si diffondevano, appuntamenti di ogni genere.

«Il lampadario è testimone di un’epoca – spiega Carla Saveri, vice presidente del Circolo Cittadino – che nasce tra fasti e splendori, dove la Sala del Lampadario era l’unico posto conviviale della città. Qui si svolgevano veglioni di Carnevale e Natale, matrimoni, tra i quali quello dello stesso Gennaro Pieralisi. Come se il tempo si fosse un po’ fermato e questo sta diventando un valore aggiunto perché poter mantenere inalterato quello che è stato prezioso nel passato è un dovere anche per noi».

La stessa Carla Saveri si è impegnata nella pulizia, due giorni continui e pieni, dopo il Ferragosto «perché deve partire da ognuno di noi, dalle proprie capacità e volontà, l’esempio per contribuire a mantenere un patrimonio che è di tutti. Io l’ho fatto con questo spirito ed è anche motivo di soddisfazione».

Il lampadario fu acquistato a Murano per un cifra importante relativamente ai tempi del secolo scorso, un milione e mezzo di lire. Pezzo unico, in vetro e cristallo, «fiore all’occhiello perché ce ne sono pochi in circolazione a meno che non siano in palazzi nobiliari o in teatri».

Mantenerlo il più possibile in uno stato di “benessere” è stato l’input che ha spinto la vice presidente e L’Elettrocentro, con Franco, a darsi da fare per pulire e sostituire 50 lampadine.

«Abbiamo lavorato ininterrottamente per due giorni, 16 e 17 agosto, non è stato semplice. Sono state cambiate tutte le lampadine sostituite con quelle a Led per una brillantezza completamente diversa rispetto alle precedenti. Anni di fumo di sigarette sono stati ripuliti. Particolare difficoltà l’abbiamo incontrata nei “braccetti” di ottone che sorreggono le stesse lampadine, rivestiti con pezzettini di vetro tenuti insieme da un sottilissimo filo, sempre di ottone. L’usura del tempo li ha resi vulnerabili e questi “braccetti” come li tocchi cadono, così li abbiamo ripristinati mettendoli tutti in sicurezza, quasi mille e cinquecento. Usando anche ombrelli aperti posti al di sotto, come mi aveva insegnato mia madre, per raccogliere eventuali pezzi se fossero caduti. Un lavoro impegnativo». Ma che ridona alla Sala un suo fascino tutto particolare.

 

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