Jesi-Fabriano

Jesi, dodici tigli da abbattere in viale Trieste: scatta la mobilitazione spontanea

Il Comune inizierà il 7 febbraio la manutenzione straordinaria del viale Trieste con la potatura degli alberi e l'abbattimento di 12 tigli: scatta la mobilitazione

JESI – Un intervento di manutenzione straordinaria che fa discutere. Si tratta dell’intervento che il Comune dovrà fare in viale Trieste, oggetto – assieme a via San Francesco e viale della Vittoria – di un controllo sullo stato delle essenze arboree presenti. In base allo studio condotto, è emerso che sulla strada che conduce alla stazione ferroviaria, è urgente una manutenzione straordinaria che richiede non solo la potatura delle alberature, ma anche l’abbattimento di dodici piante di tiglio. Il Comune spiega che si tratta di un intervento «per pubblica incolumità come rilevato dall’analisi, acquisita agli atti, eseguita dall’agronomo incaricato», fanno sapere da Palazzo. Mentre per gli alberi che non saranno abbattuti servirà invece «una potatura straordinaria con riduzione uniforme della chioma e con il taglio di tutte le parti secche e cariate dei rami primari, secondari e terziari, per garantire la sicurezza, l’incolumità e il corretto sviluppo arboreo-vegetazionale delle essenze».

La manutenzione programmata inizierà da domani, lunedì 7 febbraio, ma non mancano le polemiche. E se le operazioni in viale Trieste costringeranno anche a rivedere la sosta (vietata dalle 7,30 fino al termine dei lavori, con rimozione forzata su tutto il tratto ricompreso fra le intersezioni con via IV Novembre, dove si apre il piazzale della stazione, e via XXIV Maggio), i residenti sono in rivolta poiché il viale alberato da sempre contraddistingue l’aspetto urbanistico di viale Trieste e i tigli ne sono parte essenziale. In difesa dei 12 tigli è intervenuta anche l’opposizione. In particolare “Jesi in Comune” in un post sottolinea che: «molti cittadini hanno intenzione di mobilitarsi per evitare l’abbattimento, una forma di protesta che appoggiamo perché non si possono abbattere alberi, tra l’altro in una zona storica della città, senza chiari e condivisi motivi. Fermo restando che tagliare un albero significa far sparire tutta la sua biodiversità – si legge nel post – tagliare un albero non è uguale a piantarne due. Lo abbiamo visto al Campo Boario, dodici pini abbattuti. Altri otto pini abbattuti a Largo Cordai, per non parlare di quelli in via Mugnai per far spazio alla torre Erap di cui resta solo lo scheletro, e per i quali il Comune era stato anche multato dal Corpo forestale. Già conosciamo la risposta: “Abbiamo ripiantumato 500 alberi”. Peccato che alcuni di questi si siano già seccati proprio perché senza manutenzione. Li potete vedere nel giardino della scuola Martiri della Libertà, lato via Asiago, chiusa per lavori dal 2018: vuoi mettere un bel giardino inutilizzabile con una fila di alberi secchi? È ovvio – conclude Jesi in Comune – che se la manutenzione manca alla fine la soluzione è abbattere».

Sulla scia dell’indignazione dell’opposizione, anche i cittadini e residenti della zona non tardano a manifestare la propria contrarietà. Oggi 6 febbraio alle 15,30 infatti è prevista una mobilitazione spontanea in difesa dei 12 tigli di viale Trieste. «In risposta alla meschina e arbitraria decisione dell’Amministrazione comunale di Jesi di abbattere i 12 tigli di viale Trieste in nome di non meglio precisati motivi di “pubblica incolumità” lanciamo una mobilitazione spontanea per chiedere e pretendere un dialogo trasparente e partecipato e cercare una soluzione alternativa all’abbattimento – si legge nel messaggio rimbalzato sui social e condiviso dai cittadini – ricordiamo all’Amministrazione che il tiglio è nell’elenco delle piante protette della Regione Marche (legge n. 6 del 23/02/05) e che per nessuna ragione si può procedere ad uno sterminio indiscriminato senza prima aver condiviso in maniera trasparente motivazioni supportate da perizie che devono essere rese pubbliche. Chiediamo quindi che venga condivisa la perizia che certifica la malattia delle piante e il tempo necessario a contro verificarla. Abbiamo pochissimo tempo per farci sentire e per trasformare questa occasione nell’opportunità di riflettere come comunità sul valore che diamo agli alberi».

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