JESI – È stato ricoverato nel reparto di Psichiatria dell’ospedale Carlo Urbani di Jesi in attesa di valutazione di trattamento sanitario obbligatorio il 78enne jesino ex agente immobiliare che ieri ha seminato il panico in via Gramsci, barricandosi nell’edificio al civico 29 dove aveva sede il suo ufficio (LEGGI L’ARTICOLO). L’uomo, che aveva opposto resistenza alla liberazione esecutiva dell’immobile, ordinata dal Tribunale di Ancona, è stato denunciato dalla Polizia all’autorità giudiziaria per il reato di lesioni pluriaggravate e resistenza a pubblico ufficiale.
Lo stesso risulta avere numerosi precedenti. Il gesto dimostrativo che è poi degenerato nel ferimento di un carabiniere, è originato dall’atto di liberazione dell’immobile a cui il 78enne si era già opposto in passato altre volte, sempre con atteggiamenti aggressivi. L’immobile, ad uso ufficio, risultava essere da molto tempo occupato dallo jesino che ne aveva fatto il proprio domicilio. L’attività, che seguiva altri due tentativi di liberazioni non andati a buon fine per le reazioni minacciose e violente dell’occupante (che, per questo, era stato denunciato), è stata preceduta da Riunioni Tecniche di Coordinamento presso la Prefettura di Ancona, nelle quali sono state fissate le linee guida di intervento (anche coinvolgenti i servizi sociali comunali per l’adozione di tutte le possibili attività di sostegno al 78enne, prima tra tutte un alloggio di emergenza). Il servizio ha visto, sotto la direzione di un Funzionario della Polizia di Stato, il coinvolgimento di un contingente composto dalla Polizia di Stato e dall’Arma dei Carabinieri: il dispositivo è stato integrato dalla collaborazione della Polizia Locale di Jesi, dei Vigili del Fuoco del Distaccamento jesino e da unità di soccorso del 118 con a bordo un Medico, oltre a due ambulanze della Croce verde. Le attività sono state precedute da un briefing operativo ed eseguite con l’adozione dei dispositivi di protezione individuale in dotazione. Lo jesino, nel vedere in strada dalla propria finestra del primo piano il curatore dell’esecuzione (un avvocato designato dal Tribunale di Ancona) e degli appartenenti alle Forze di Polizia, ha gettato dall’alto sopra di loro un composto liquido infiammabile, acqua e benzina, che non ha raggiunto gli operatori solo grazie alle protezioni usate. Quindi, alla Rambo maniera, si è frapposto sulle scale di accesso interne agli agenti brandendo due affilati coltelli da cucina, ripetendo minacce di «dar fuoco a tutto ed a tutti». Minacce che hanno trovato riscontro nel rinvenimento di alcune bottiglie contenenti benzina poste all’interno del portone di accesso all’immobile (che sono state prontamente acquisite e sequestrate). In ragione dell’evidente pericolosità dimostrata dall’uomo non solo nei confronti degli operatori ma anche verso sè stesso («tanto devo morire, mi porteranno fuori di qui solo da morto, questa è casa mia») e la pubblica incolumità, gli operanti hanno avviato una paziente azione di mediazione: ma improvvisamente l’uomo, come in preda ad un raptus, scendendo lungo le scale e brandendo i due coltelli da cucina che impugnava, ha ferito uno dei Carabinieri ad un braccio. Il militare è stato trasferito a bordo dell’ambulanza della Croce verde al pronto soccorso dell’ospedale di Jesi e sottoposto a tutti gli accertamenti sanitari del caso. Per fortuna si tratta di una ferita superficiale, ed è attualmente ricoverato nel reparto di Ortopedia.
Il Questore di Ancona ha disposto l’attivazione di uno speciale protocollo di mediazione con l’intervento di due negoziatori della Polizia di Stato in servizio presso la Questura di Ancona. «La figura del Negoziatore della Polizia di Stato – fanno sapere dal Commissariato di Jesi – è stata di recente introdotta dall’Amministrazione della Pubblica Sicurezza per far fronte alla crescente complessità ed eterogeneità delle minacce quando il primo livello di operatività non risulti sufficiente al loro contenimento. Specializzati nella gestione dello stress e nello stabilire un contatto stabile anche con soggetti violenti in fase di acuzie, rispondono ad una esigenza professionale già consolidata all’interno delle principali polizie, in primis quella statunitense».
I due negoziatori, giunti sul posto, hanno interagito con il Funzionario responsabile apprendendo gli elementi utili per lo stabilire il contatto che prendeva, poco dopo, avvio. Durato circa due ore, il negoziatore è riuscito in modo determinante ad abbassare la reattività dell’esecutato, convinto a lasciare i coltelli a terra, a farsi visitare da un sanitario sull’arco della porta e accettare il trasporto presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale jesino dove è stato visitato e trattenuto per accertamenti specialistici. La Polizia di Stato ha eseguito un sopralluogo di Polizia Scientifica nell’immobile nel corso del quale sono stati rinvenuti e sequestrati due coltelli utilizzati per le minacce ed il ferimento del Carabiniere.